Camera, vicepresidente Marina Sereni: “Scelta su tetto stipendi andava presa. Me ne assumo la responsabilità”

Roma, 24 luglio 2014 – “Se fuori di qui c’è un processo di rivisitazione degli stipendi più alti, sarebbe singolare che il legislatore, che ha votato la conversione di quel decreto, non si ponesse il problema. Una decisione andava presa, era giusto farlo. Certo, fa più piacere prendere applausi che fischi o cori e applausi ironici, ma bisogna assumersi delle responsabilità. Fare politica non significa cercare applausi, ma, lo ripeto, prendersi innanzitutto delle responsabilità“. Queste le dichiarazione del vicepresidente della Camera, Marina Sereni, con delega sul personale, a difesa della decisione dell’Ufficio di presidenza in merito all’approvazione delle linee guida sui tagli agli stipendi del personale di Montecitorio. Scelta rumorosa, con tanto di cori da stadio con destinatari o membri dell’Ufficio di presidenza, di numerosi dipendenti: a partire dai funzionari, fino ad arrivare ai commessi e ai consiglieri parlamentari.

Protesta davanti l’ufficio di Laura Boldrini – Una protesta arrivata davanti all’ufficio del presidente Laura Boldrini, fra applausi ironici al griso di “Bravi bis, complimenti”. con applausi ironici e al grido ‘Bravi, bis, complimenti!’, grazie ad una trentina di persone.

Protesta davanti alla biblioteca – 300, almeno, i dirigenti che invece si sono dati appuntamento davanti alla biblioteca del presidente e nei corridoi antistanti. In base all’integrazione degli indirizzi per la contrattazione salariale, approvata oggi dalla Camera e dal Senato, i consiglieri non potranno superare i 240 mila euro come stabilito dal dl Irpef. Per le altre categorie, invece, i criteri retributivi saranno determinati “in modo da mantenere inalterati i rapporti retributivi oggi esistenti tra le varie professionalità”. In quest’ottica, infatti, sarà predisposto un apposito tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali. L’obiettivo è applicare i tetti entro la fine del 2014.

Le precisazioni del vicepresidente Sereni – “Chi al momento ha uno stipendio inferiore al tetto vedrà fermarsi la crescita dello stipendio al raggiungimento dei 240mila euro. Chi, invece, lo supera, subirà una riduzione straordinaria del proprio stipendio tra il 2014 ed il 2017 fino al raggiungimento del proprio tetto retributivo di riferimento“. Un taglio che in base alle prime stime potrebbe portare ad un risparmio di circa 20 milioni di euro, anche se non sono stati ancora definiti tetti rigorosi dall’ufficio di presidenza. “Sarebbe stato strano -prosegue Marina Sereni- che il legislatore non adeguasse la propria amministrazione a quella del resto della pubblica amministrazione“.

I malumori – Tra i dipendenti i malumori rimangono comunque forti, tanto che si teme una corsa alla pensione per i percettori in Parlamento di un reddito superiore ai 240 mila. A Montecitorio restano aperte quattro finestre l’anno per andare in pensione, mentre al Senato sono due.


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