Nella giornata di ieri è stata notificata una nuova ordinanza di custodia cautelare a Giovanni Battista Ceniti, al momento detenuto perché ritenuto responsabile, in concorso con altre persone dell’omicidio Fanella. Ceniti è indagato, insieme a Egidio Giuliani e Giuseppe Larosa per tentata estorsione e sequestro di persona. In quella mattina del 3 luglio, Ceniti rimase oltretutto ferito, dopo la reazione della vittima, che tentò invano di difendersi dall’aggressione subita dal commando. Fanella, per il suo coinvolgimento nel caso Telecom Sparkle, già condannato in primo grado. rimase ucciso da un colpo d’arma da fuoco al petto.
Motivo del sequestro – Il tentativo di sequestro di Ceniti, Giuliani e Larosa avrebbe avuto, come fine ultimo, quello di farsi rivelare dalla vittima il nascondiglio dei beni da questi occultati e frutto della sua attività illecita. Attività illecità che era già emersa in primo grado in occasione del suo coinvolgimento nel caso Telecom Sparkle. Sulla scena di via della Camilluccia, furono ritrovati inoltre fascette di plastica da elettricista e del nastro adesivo. Il materiale era contenuto all’interno di una borsa poi abbandonata dal commando per darsi alla fuga.
Ipotesi di sequestro e aggravante – Ad aggravare la posizione di Ceniti, le analisi preliminari condotte sul materiale rivenuto e sequestrato il 3 luglio sul luogo del delitto. Fra questi, anche una pistola elettrica camuffata da torcia, che nelle intenzioni del commando sarebbe servita a tramortire Fanella, rendendolo così inoffensivo. Sempre in base agli accertamenti svolti dalal Polizia Scientifica, sarebbero almeno due le armi ad aver esploso dei colpi lo scorso 3 luglio: una beretta mod. 34 cal. 9, dalla quale è stato esploso il colpo che ha ferito mortalmente Fanella, e una pistola a salve modello kimar 85, modificata per l’occasione per esplodere cartucce del medesimo calibro. Al momento sono ancora in corso le indagini per determinare i basisti del commando e gli organizzatori del sequestro. A questo proposito, è stato iscritto sul registro degli indagati, Emanuele Macchi di Cellere, un ex terrorista dell’estrema destra. L’uomo risulta avere precedenti per associazione terroristica, banda armata e detenzione di materiale esplosivo. Macchi è stato particolarmente attivo nei gruppi neofascisti romani tra gli anni ’70 e ’80, nonché principale attore del Movimento Rivoluzionario Popolare. E’ stato definito uomo di fiducia e confidente di Pierluigi Concutelli, militante di Ordine Nuovo e condannato per l’omicidio del Giudice Vittorio Occorsio.
Macchi Di Cellere – L’uomo, nato e cresciuto nel quartiere dei Parioli, da tempo vive stabilmente a Ostia. L’ultimo arresto, risale al il 3 marzo 2012, quando fu sorpreso nel porticciolo della Marina aeroporto di Sestri Ponente, a Genova, con 165 chili di cocaina purissima, per un valore superiore agli 8 milioni di euro. La sostanza, provenienza Santo Domingo, doveva essere smerciata nella Capitale; Di Cellere fu scoperto in quell’occasione grazie all’intervento della Direzione Distrettuale Antimafia di Genova, che erano sulle sue tracce da quando questi era stato avvistato in Francia, dove si era rifugiato nella sua barca a vela di dieci metri, la Cisgashow 34. In primo grado, Di Cellere, condannato per quel reato a 12 anni di reclusione, era però subito evaso dagli arresti domiciliari della sua abitazione a Ostia; da qui, la commutazione della pena da scontare in carcere. L’evasione ebbe termine il 9 settembre del 2012, grazie al lavoro congiunto della Squadra Mobile della Polizia francese e quelli dell’Interpol, i quali localizzarono la barca del fuggitivo e lo arrestarono mentre faceva ritorno su di essa di ritorno dalla spesa
25 ottobre 2014