La sposa-bambina contesa ritratta. Rischia accusa di falsa testimonianza

La sposa-bambina ritratta. Dopo aver costretto il marito e il suocero a salire sul banco degli imputati per riduzione in schiavitù aggravata, adesso rischia un’accusa di falsa testimonianza, peraltro già contestata dal presidente della corte con tanto di trasmissione degli atti al pm.  Di origine serbo-bosniaca, Krasim e Clinton Rustic (padre e figlio), erano stati accusati di aver rapito e ridotto in schiavitù la giovane – tuttora minorenne – costringendola a rubare per poi rapirla con tanto di richiesta di riscatto avanzata ai familiari di 30 mila euro.

L’antefatto – Durante un normale pattugliamento presso il campo nomadi de la Barbuta di Ciampino, i carabinieri si erano visti venire incontro fra decine di persone, una ragazzina di 14 anni, origini macedone, la quale chiedeva di non voler tornare nel campo di Castel Romano in cui viveva insieme al marito Clinton, di soli due anni più grande. Secondo le ricostruzioni, i gruppi che si erano formati e da cui si era liberata a fatica la ragazzina erano due: quello dei macedoni del campo della ragazzina e quello serbo-bosniaci del giovane marito. Il tutto perché, sempre secondo la ricostruzione degli investigatori, questa aveva rotto il patto di rubare sugli autobus o per le vie del centro. In quel caso fu proprio la sposa-bambina a esporre in questo modo i fatti, tanto che si era ribellata ed era appunto tornata dai genitori per non esservi più costretta.

Oggi  la ritrattazioneVolevo lasciare mio marito – ha dichiarato in aula – perché ero gelosa; mi avevano detto che mi aveva tradito. Volevo divorziare, e Clinton con il padre erano venuti a chiarire con i miei genitori. Poi le cose sono cambiate; lui mi ha fatto vedere che non è la persona che io credevo. Siamo tornati insieme e ora aspetto un bambino. Clinton non sapeva che io andavo a fare furti, sapeva che andavo a chiedere l’elemosina. Le dichiarazioni che ho fatto erano dettate dalla rabbia, volevo allontanarmi da lui. Ma non era vero che mi avevano costretto a rubare. Clinton non mi ha mai picchiato, mai costretta a dargli il denaro che guadagnavo, potevo andare liberamente dove volevo“. Nella precedente udienza era stata la madre della giovane a contraddirsi e anche in quella occasione, l’accusa, si era adoperata per trasmettere gli atti relativi alla falsa testimonianza fornita. A gennaio, conclusione del processo.

12 novembre 2014

 


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