Una cartella esattoriale irregolare o viziata può e deve essere annullata, ma spesso si ha paura di affrontare la questione per motivi economici: l’avvocato costa, dunque si rinuncia a priori alla sua parcella, dimenticando però che esiste un’alternativa a costo zero ed efficace. Il gratuito patrocinio si chiama in questa maniera proprio perché non prevede alcun costo, a patto che il contribuente abbia ragione sui vizi e le irregolarità.
Si tratta dell’assistenza gratuita dell’avvocato (le spese sono a carico dello Stato), valida per le richieste di annullamento di fronte al giudice ordinario o quello di pace. Il patrocinio non è comunque uno strumento pensato per tutti: l’avvocato è infatti privo di costi se il reddito annuo (l’ultima dichiarazione dei redditi per intenderci) non supera gli 11.369 euro, una cifra che va considerata come la somma di tutti i redditi della famiglia. Il cittadino non dovrà versare al legale nemmeno un rimborso spese.
C’è poi la difesa diretta. Per le cause di un certo valore (non oltre i 1.100 euro se si tratta di un giudice di pace), ci si difende personalmente, senza avvocato in pratica. Il terzo metodo gratuito è poi quello dell’istanza in autotutela: a seconda del tributo contestato nella cartella esattoriale si presenterà questa istanza all’Agenzia delle Entrate o all’Inps. Quest’ultima soluzione è forse la più semplice, ma ha il difetto di non sospendere i termini di opposizione contro la cartella stessa.