Pronto Soccorso, Uil Lazio: la regione contesta i dati provenienti dai suoi stessi uffici

La Regione contesta dati provenienti dai suoi stessi uffici. I numeri citati nel dossier sull’emergenza sanitaria del Lazio provengono quasi tutti dal Sies (servizio informativo emergenza sanitaria), dall’Asp (agenzia sanità pubblica) e dalla Regione stessa e mostrano una situazione di totale precarietà del sistema, come confermato anche dai nostri numerosi sopralluoghi sul campo. D’altronde lo stesso responsabile della cabina di regia, D’Amato, cita dati non pubblici e pertanto poco credibili. Sulla scia di un’azione di propaganda messa in atto da tempo“. Così il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Alberto Civica e il presidente dell’Eures, Fabio Piacenti.

Così come riportato nella nostra inchiesta – aggiunge – sono stati oltre 50 mila i pazienti che nel 2014 hanno stazionato in pronto soccorso per più di 24 ore, circa 24 mila tra le 24 e le 36 ore e oltre 26 mila per più di 36 ore. Con punte di anche cinque giorni di stazionamento in alcuni ospedali come il San Camillo. Esclusivamente i dati relativi ai singoli nosocomi sono stati acquisiti attraverso vie non ufficiali, ma da fonti ugualmente ufficiali. Pertanto non si illuda la Regione che smetteremo di monitorare la situazione, nell’interesse di tutti i cittadini. Interesse che vorremmo augurarci fosse reciproco e pertanto perseguibile anche congiuntamente. Le denunce dovrebbero servire a generare maggiore attenzione ai problemi e attivare soluzioni, non certo a far scaturire permalosità e sterili polemiche“.


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