I referendum italiani sulle centrali nucleari l’8 novembre 1987

La decisione di costruire le centrali nucleari in Italia è stata preso dopo la conferenza Atomi per la pace di Ginevra (8-20 agosto 1955) e ciò ha fatto sì che già a partire dagli anni Sessanta ne venissero aperte tre, tutte con diverse metodiche produttive.

La prima centrale nucleare è stata costruita a Latina (ultimata il 12 maggio 1963) ed è stata dotata di un solo reattore di tipo Magnoz da 160 MW, in Europa l’esemplare più potente. In seguito sono state portate a termine anche le altre due centrali nucleari, una a Sessa Aurunca e una a Trino. Negli anni Settanta è iniziata la costruzione della centrale di Caorso.

Ma già negli anni Ottanta e centrali nucleari hanno cominciato a destare preoccupazione e nel 1982 l’impianto di Sessa Aurunca è stato spento definitivamente dopo un guasto. Con l’incidente di Černobyl’, avvenuto nel 1986, l’Italia si è trovata a indire tre referendum nazionali sulla questione delle centrali nucleari attive. Nessuno dei tre referendum vietava esplicitamente la possibilità di costruire nuove centrali e nessuno imponeva la chiusura di quelle già attive o in costruzione, ma prevedevano altre abrogazioni: il primo quesito ha abrogato l’intervento statale in caso di mancato accordo con il Comune per la concessione del luogo per la costruzione delle centrali nucleari; il secondo ha abrogato i cosiddetti contributi di compensazione dati agli enti locali per la presenza di centrali nucleari o a carboni sul proprio territorio; il terzo ha tolto all’Enel la possibilità di partecipare alla costruzioni di altre centrali nucleari all’estero.

Il Progetto Unificato Nucleare è stato definitivamente abbandonato tra il 1988 e il 1990, con i Governi Goria, De Mita e Andreotti VI, che hanno fatto chiudere le centrali di Latina, Trino e Caorso, anche se le prime due già stavano smettendo di essere in funzione. Nel 1999 tutti i complessi nucleari presenti sul territorio italiano sono gestiti da SOGIN e tutte sono in fase di smantellamento.