Dopo aver parlato dei Rioni romani Monti, Trevi e Colonna, questa nostra seconda tappa ci condurrà a esplorare quelli di Campo Marzio, Ponte e Parione. Anche stavolta mi riprometto di non essere esaustivo al 100%, lasciando a voi alcuni spunti che, se lo vorrete, potrete approfondire in separata sede.
Rione Campo Marzio – Composto da una vasta area, parte dalle radici del Campidoglio spingendosi fino alla riva sinistra del Tevere. Inizialmente il suo nome era Campus Tiberinus – in tal senso ne parlano sia Plutarco che Plinio nelle loro opere – cambiò nome quando nei pressi vi fu costruita un’ara dedicata al dio della guerra Marte. Deposto Tarquinio il Superbo, ne torna a parlare un entusiasta Strabone, quando nei pressi vengono allestite numerose costruzioni dedicate alle attività sportive e militari dell’epoca. Il campo militare, però, ebbe vita breve, quando lo sviluppo della cavalleria spinse Cesare allo spostamento del suddetto a Centum Cellae (Centocelle). Di contro, gli armati barbari, invece, vennero collocati al Celio. Ma come tutta la città, anche Campo Marzio dovette fare i conti con il secolo buio, diventando pressoché deserto durante nel medioevo e tornando in auge solo nel XIV, quando i profughi dell’Illiria iniziarono a ripopolarlo. Oltre a edificarvi la chiesa nazionale di S. Giacomo, infatti, vi fu edificato rapidamente un ospedale e la zona fu ribattezzata Schiavonia. Molti artisti lo eressero a loro dimora, apprezzando la struttura gradevole delle sue strade rettilinee e una struttura urbanistica del sei-settecento non dissimile dal Rione Monti. Queste le sue delimitazioni: mura urbane a sinistra di Porta del Popolo, riva sinistra del Tevere fino a via del Cancello, via dei Portoghesi, via della Stelletta, piazza di Campo Marzio, via degli Uffici del Vicario, via di Campo Marzio, piazza di S. Lorenzo in Lucinia, via Frattina, piazza di Spagna, via dei due Macelli, via Capo delle Case, via Francesco Crispi, via di Porta Pinciana, mura urbane fino a Porta del Popolo.
Rione Ponte – Prende il suo nome da Ponte S. Angelo ( o Ponte Elio che dir si voglia). Tra i rioni romani più pittoreschi, le sue strade sono principalmente rettilinei rinascimentali che riconducono al ponte; ponte per eccellenza rimasto intatto, e quindi praticabile, dalla sua costruzione. Questa la sua delimitazione: piazza S. Agostino, via dei Pianellari, via dei Portoghesi, via del Cancello, riva sinistra del Tevere fino all’altezza del vicolo della Scimia, via delle Carceri, vicolo Cellini, via dei Filippini, piazza dell’orologio, via del Governo Vecchio, via del Corallo, piazza del Fico, via della Pace, via di Tor Millina, via di S. Maria dell’Anima, via e piazza di Tor Sanguigna, Piazza di S. Apollinare, via S. Agostino.
Rione Parione – A dare il nome a questo rione un edificio o quel che ne resta: stiamo parlando del paries, edificio ancora esistente nel XII secolo sulla via che ne condivide il nome. Cuore del rione è piazza Navona, nella cornice di edifici di stampo medievale, rinascimentale e barocco. Pur dovendo fare i conti con lo squarcio di corso Vittorio Emanuele, rimane fra i rioni romani che conservano intatta la loro bellezza. Questa la sua delimitazione: via dei Chiavari, corso del Rinascimento, piazza S. Apollinare, piazza e via di Tor Sanguigna, via di S. Maria dell’Anima, via Tor Millina, via della Pace, piazza del Fico, via del Corallo, via del Governo Vecchio, piazza dell’Orologio, via dei Filippini, vicolo Cellini, via de’ Banchi Vecchi, via del Pellegrino, via dei Cappellari, piazza Campo de’ Fiori, via de’ Giubbonari.
Con il Rione Parione, termina la nostra seconda tappa e lascio a voi come detto in apertura la voglia e il tempo di approfondire l’argomento, alla ricerca della città. Magari senza Google Maps e armati di una semplice cartina della Città Eterna per riscoprire strade, edifici e aspetti caratteristici dei suoi innumerevoli quartieri.
Il calendario romano, la festa di Anna Perenna e gli Equirria alle idi di Marzo - newsgo
15 Novembre 2016 @ 11:15
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