Il nostro viaggio attraverso i Rioni romani, cuore pulsante della Capitale, si appresta al giro di boa, intorno a quel fiume Tevere che ne è il perno centrale. Dopo aver parlato dei rioni romani di Regola, S. Eustachio e Pigna, stavolta è il turno del rione Campitelli, S. Angelo e Ripa. Ancora una volta la fantasia popolare diventa un tutt’uno con la storia, il simbolo indelebile di una città che vive e respira attraverso secoli di trasformazione.
Rione Campitelli – Un primo indizio sulla derivazione del nome di questo rione ci già arriva dal latino, dove Campus telluris significa campo o piazza di terra. Ma un indizio è solo un indizio amava dire Agatha Christie e, allora, ne serve quanto meno un secondo per ricavarne una coincidenza. Girovagando per il rione romano di Campitelli ci si può imbattere in un secondo importante indizio sulla veridicità di quanto ho appena affermato: nell’area sorge l’Aedes telluris in onore di Tellus, dea romana della terra e protettrice della fecondità, dei morti e contro i terremoti. A mischiare le carte, però, ci pensa la fantasia popolare, anche perché proprio in piazza Campitelli pare sorgesse un tempio in onore di Marte, di cui era rimasta una sola colonna. Sopra questo capitello – notare l’assonanza con Campitelli – pare che un soldato salisse per scagliare simbolicamente una freccia in direzione della terra del popolo nemico quando Roma dichiarava guerra. Il Rione è principalmente sede di uffici e monumenti: al suo interno sono presenti il Campidoglio, il Foro, il Palatino. In effetti, il rione Campitelli, in quanto spopolato, è per lo più un rione-museo a cielo aperto. Queste le sue delimitazioni: piazza del Circo Massimo, via di S. Gregorio, via dei Fori Imperiali, piazza di S. Marco, via di S. Marco, via dell’Aracoeli, via e piazza Margana, via dei Delfini, via Cavalletti, via della Tribuna di Campitelli, via Montanara, via del Mare, vico Jugario, piazza della Consolazione, via dei Fienili, via di S. Teodoro, via dei Cerchi.
Rione S. Angelo – Fra i più piccoli, anzi, il più piccolo dei rioni romani, prende il nome dalla chiesa di S. Angelo in Pescheria. Dopo l’abbattimento del Ghetto, conserva ancora una struttura medievale e una densità edilizia di prim’ordine anche per una città come Roma. Fra le peculiarità di questo borgo, la ragguardevole tradizione culinaria e le numerose attrazioni artistiche. Queste le sue delimitazioni: via del Foro Olitorio, via del Teatro di Marcello, via della Tribuna di Campitelli, via dei Cavalletti, via dei Delfini, piazza e via Margana, via dell’Aracoeli, via delle Botteghe Oscure, via Florida, largo Arenula, via di S. Elena, via in Publicolis, via di S. Maria del Pianto, via del Progresso, riva sinistra del Tevere fino al ponte Fabricio.
Rione Ripa – Il suo nome e di derivazione fluviale: Ripa Grande era infatti il porto fluviale interno all’Urbe. Ricco di storia, fu abitato fin dal principio da illustri famiglie. Storicamente, è ritenuto il rione romano più antico, non tanto come Regione ufficiale di Roma, quanto piuttosto per gli insediamenti preromani che ha ospitato agli albori. Questa caratteristica è stata oltremodo avvalorata dagli scavi archeologici intorno la chiesa di S. Omobono, al Foro Jugario. Dopo lo spopolamento di cui è stato vittima – più di altri data la posizione in realtà soprattutto nel periodo medievale – tornò a essere abitato con lo sviluppo della zona residenziale dell’Aventino. Queste le sue delimitazioni: viale Aventino, via dei Cerchi, via di S. Teodoro, via dei Fienili, piazza e via della Consolazione, via del Foro Olitorio, piazza di Monte Savello, Isola Tiberina compresa, riva sinistra del Tevere fino a Ponte Sublicio, piazza dell’Emporio, via Marmorata, via Manlio Gelsomini, piazza Albania.
Con la consueta delimitazione del borgo Ripa, concludiamo il nostro quarto trittico di rioni sperando di aver dato un ulteriore spunto a chi ci abita, ma anche a chi Roma ne vive solo una parte, un ulteriore input per addentrarsi sempre più nelle bellezze e nelle grazie di una città che non finisce mai di raccontarsi.