Tra i rioni romani più caratteristici, quello di Trastevere è sicuramente fra i più suggestivi di Roma e l’unico – nella sua pur straordinaria importanza in epoca moderna – a sorgere aldilà del Tevere. A discapito dello sviluppo urbanistico che ebbe la città, infatti, la Trans Tiberim era l’unica regione augustea che sorse sulla sponda opposta del fiume Tevere. Ciò è tutto vero a esclusione dell’altro Rione di questo articolo odierno, Borgo appunto, che dai suoi albori ha fatto storia con quello di Trastevere. Un motivo dunque più che valido perché i due vengano intesi in coppia e analizzati – sempre nel nostro piccolo – separatamente e, appunto, insieme. Dopo quelli di Campitelli, S. Angelo e Ripa, vediamo cosa c’è da sapere per iniziare a scoprire questi due borghi.
Rione Trastevere – Come già accennato nella mia premessa, il suo nome è strettamente legato alla sua posizione aldilà del Tevere ed è l’unica fetta del centro storico anticamente inteso che sorge sul lato opposta della sponda del fiume. Gli antichi definirono questa zona anche Castra Lecticarum, cioè campo dei portatori di lettiga siriaci. Questo secondo toponimo gli deriva dal fatto che un tempo in questa zona si praticava il culto dei Siri. Mentre successivamente vi si stabilirono invece gli ebrei: testimonianza di questo insediamento la costruzione di due importanti sinagoghe oggi andate perdute, la prima situata probabilmente presso vicolo delle Palme e l’altra presso vicolo dell’Atleta (Fonte Jstor); un popolo che si stabilì in tale area anche per i traffici con l’Oriente, dove i vascelli che approdavano a Ostia risalivano il fiume Tevere fino al porto di Ripagrande. La presenza romana nell’area, al contrario, è tutta da dimostrare per la dubbia origine di papa Callisto di cui non vi è certezza che fosse trasteverino. Nel tempo, però, l’importanza del rione crebbe sempre di più, quando Bonifacio VIII decisi di collocarci lo Studium Urbis. La popolazione nella zona aumentò, ma contemporaneamente diminuirono i traffici: gli ebrei, attraversato il Tevere, si stabilirono nella regione cistiberina. Peggior sorte gli volle attribuire Alessandro VII, intenzionato a trasformare il rione in un grande lazzaretto, ne sbarrò piazze e vie con le guardie a presidiare i varchi di accesso. Ma il progetto rimase allo stadio embrionale. Gli si riconosce una tradizionale rivalità con il Rione Monti, con scambio di sassaiole che non di rado finivano a coltellate contando morti e feriti. Celebri i bulli trasteverini come Tinea, ucciso da un altro celebre bullo, il Picchellone. È considerato il Rione dei ‘Romani de Roma‘, a testimonianza della annuale Festa de Noantri che vi si svolge. Queste le sue delimitazioni: Ripa Grande, riva destra del Tevere fino a Piazza della Rovere, mura urbane fino a piazza di Porta Portese, Ponte Sublicio.
Rione Borgo – Il toponimo ‘Borgo‘ è parola sassone Burg che può essere tradotto come “centro abitato, piccola città”. Prende il nome dagli edifici che costituiscono la schola dei Sassoni nelle vicinanze di piazza S. Pietro, fino ad allargarsi alla città Leonina una volta cinto dalle mura omonime volute da papa Leone IV. Ma quello dei Sassoni se pure il più antico (VII secolo), non fu il solo che si sviluppò all’interno del Rione: Frisoni, Armeni, Longobardi, Franchi, Abissini e Ungari si stabilirono infatti in questa zona, fino alla nascita dei più moderni Borgo Vecchio e Nuovo. In epoca medievale, il Burgus era considerato una specie di realtà a sé, come fosse al di fuori della città. Pare avesse una propria amministrazione e di questa se ne occupasse il Vescovo di S. Rufina e il cardinal vicario. Lo stato delle cose si conservò fino all’elezione di Giulio III, nel 1550 che nominò addirittura un Governatore con ampi poteri. Il borgo così concepito aveva tribunali, carceri e una divisione militare propria. Quest’ultima fu limitata però al tempo del Conclave. Da un punto di vista urbanistico, la sua dislocazione è ordinata, con strade per lo più perpendicolari e la concezione medievale del rione si fonde con quella rinascimentale e a un moderato, se pur presente come stile, barocco. Si possono contare numerosi palazzi gentilizi, ma il rione deve fare i conti con la distruzione della “Spina del Borgo“, il lungo isolato che un tempo costeggiava le due principali strade che conducevano a S. Pietro. Una distruzione ‘dolorosa’ con cui si è cercato di rimediare con la costruzione di via della Conciliazione pur essendo evidente il risultato dello stato di alterazione di cui è stato vittima il rione. Queste le sue delimitazioni: piazza Adriana, riva destra del Tevere fino a piazza della Rovere, piazza e via del S. Uffizio, largo degli Alicorni, piazza Pio XII, largo del Colonnato, piazza della Città Leonina, via Porta Angelica, piazza del Risorgimento, via Stefano Porcari, via Alberico II.
Suggestivi e camaleontici, Trastevere e Borgo costituiscono da sempre una eccezione rionale per l’Urbe e prova ne è la loro collocazione urbanistica sulla sponda destra del Tevere, sponda che ha dato i natali a numerosi popoli della Caput Mundi romana: dagli abrei ai Sassoni, passando per i Longobardi e gli Ungari, Trastevere e Borgo sono il chiaro esempio della Roma cosmopolita per antonomasia.