La moneta 'modello' del Movimento 5 Stelle, spiegata con un esempio concreto

Quando sono nati, nel 2009, in Italia si parlava appena di startup. Ma loro, nel Medio Campidano Sardo, cominciavano ad elaborare un'idea che passo dopo passo si è rafforzata fino a diventare un'impresa, una startup fintech (financial tecnology, ndr), qualcosa che oggi è arrivata a far parlare di sé nel panorama politico nazionale grazie ad un partito (il Movimento 5 Stelle) che l'ha eletta a modello di 'moneta complementare' da usare in circuiti regionali. Questa moneta si chiama Sardex L'assessore al Bilancio di  Roma, Andrea Mazzillo, ha detto al Corriere: "Stiamo studiando l'introduzione di una moneta complementare per favorire lo scambio di beni e servizi tra aziende". E poi ancora: "Questa moneta può essere chiamata in tanti modi: in Sardegna c'è il Sardex, in Lazio il Tibex". L'elenco potrebbe continuare, sono una dozzina in Italia. Ma tutte sono nate dalla casa madre. Che è nel Medio Campidano Sardo. Sono tutte versioni locali del Sardex. L'idea di Carlo Mancosu, 36 anni, e Gabriele e Giuseppe Littera, 30 e 36 anni. Che è realtà, funziona, e muove ogni anno decine di milioni di euro di beni e servizi in Sardegna e in tutta la Penisola. 
 

Cosa è una moneta complementare? Come funziona?  

Il concetto alla base è semplice. Immaginate che per qualsiasi motivo, una crisi bancaria ad esempio, in giro ci siano sempre meno soldi per finanziare un'attività imprenditoriale. O comprare dei beni o dei servizi. I soldi non ci sono, eppure un euro di beni e servizi, in fondo, è sempre un euro. Anche se la moneta non c’è materialmente, il valore di quel bene è lo stesso. Quindi, in teoria, è scambiabile anche senza il contante. I soldi, alla fine, servono a scambiarsi dei beni. Ma questi beni potrebbero essere scambiati benissimo senza. 

Sardex è: teoria base della moneta, più internet

Come? Per esempio attraverso un sistema che gestisca le transazioni dei beni legando il valore al prezzo corrente delle merci. Sardex.net ha messo in pratica questa teoria. I ragazzi di Sardex.net hanno cercato e travato un’alternativa al credito delle banche. Non si sono inventati nulla. La possibilità di una moneta complementare l'hanno scoperta nei libri di storia dell'economia. Hanno però il merito di aver fatto dialogare per primi queste teorie con le potenzilità di Internet.
 
Tramite un software loro monitorano tutte le compravendite. Per facilitarle hanno creato una carta di credito in Sardex e un’app per i pagamenti mobili. Non possono sostituirsi alle banche, ma aiutare le imprese a farne a meno quando non c'è il loro supporto. Se la liquidità diminuisce come durante le crisi finanziarie, circuiti come Sardex.net possono garantire una minima continuità di produzione, entro certi limiti.

Come avviene lo scambio di beni e servizi: la camera di compensazione

Le imprese disposte a scambiarsi beni nel circuito si registrano sul sito e attivano un conto corrente. Un Sardex vale un euro, si è detto. Agli imprenditori è data la possibilità di andare in rosso entro dei limiti stabiliti in base al tipo di bene prodotto e alla capacità produttiva . Più il bene è commercializzabile, più ampio è lo 'scoperto' concesso sul conto (un panettiere avrà la possibilità di uno scoperto 'maggiore' rispetto ad un incisore, per esempio, perché il pane è più 'vendibile' di statuette di legno).
 
Con questo si possono effettuare acquisti presso altre aziende del circuito. Il valore della compravendita viene gestito dalle loro camere di compensazione, cioè il software che gestisce gli addebiti e gli accrediti. Ogni acquisto è un debito sul conto, mentre il venditore troverà del credito sul proprio. Ma in sardex. Un saldo che a sua volta potrà utilizzare per acquistare beni da altri imprenditori del circuito. Il gioco è fatto. Alla fine un gioco semplice, come dovrebbe essere semplice, ingegneria finanziaria permettendo, la teoria della moneta. 
 
 

Fonte: Agi


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