Ai domiciliari l’ex consigliere Ignazio Cozzoli. Corruzione e truffa sui fondi erogati da Invitalia

Operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, nei confronti di un’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. La Squadra Mobile della Questura di Roma e il Servizio Centrale Operativo stanno eseguendo un’ordinanza di applicazione della misura degli arresti domiciliari a carico di 8 soggetti e contestuali perquisizioni.

L’ex consigliere comunale di Roma capitale Ignazio Cozzoli è tra le otto persone finite ai domiciliari nell’ambito dell’operazione della polizia denominata “Pecunia non olet”, relativa a truffa e corruzione nelle erogazioni pubbliche di Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa di proprietà del Ministero dell’Economia. Eletto nel 2016 in Assemblea capitolina con la Lista Marchini e poi passato al gruppo misto, Cozzoli è poi decaduto dopo un ricorso del Pd facendo spazio in aula alla consigliera dem Giulia Tempesta.
Insieme ad altre 7 persone, Cozzoli è indagato per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una molteplicità di truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, rivelazioni ed utilizzazioni di segreti d’ufficio.

Oltre a Cozzoli, sono finiti ai domiciliari Emanuele Rigante, Massimiliano Portaleone, Filippo Marullo, l’avvocato Francesco Capoccia, Silvia Pronti e il dipendente di Invitalia Luigi Napoli. Arrestato e messo ai domiciliari anche Riccardo Solfanelli, già capo di gabinetto dell’ex vicesindaco della giunta Alemanno, Sveva Belviso. Tutti sono indagati per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una molteplicità di truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzioni per atti contrari ai doveri d’ufficio, rivelazioni ed utilizzazioni di segreti d’ufficio. Il solo Luigi Napoli è anche per il reato di accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico con l’aggravante di rivestire la qualifica di pubblico ufficiale.
L’articolata attività investigativa ha consentito di provare l’esistenza di un gruppo criminale, costituitosi al fine di ottenere illecitamente finanziamenti pubblici attraverso la presentazione di richieste di finanziamento create ad hoc, stilate sulla base di indicazioni ricevute grazie alla corruzione di Luigi Napoli, pubblico dipendente dell’ente erogatore delle agevolazioni Invitalia.
In concomitanza con il provvedimento restrittivo emesso dal Gip, sono state eseguite perquisizioni delegate presso le abitazioni di residenza e gli uffici degli indagati, compreso lo studio legale dell’Avv. Francesco Capoccia, nonché presso la sede dell’Ente Invitalia, attività che ha consentito l’acquisizione di ulteriori elementi di riscontro.


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