Roma, 31 ottobre- Sarebbero circa 20mila al giorno le baby-mamme che partoriscono prima dei 18 anni. I dati sono stati diffusi nel rapporto “Lo stato della popolazione nel mondo 2013” dal Fondo delle Nazioni Unite e presentato in Italia dall’Associazione italiana donne per lo sviluppo (Aidos).
Soprattutto nei paesi in via di sviluppo parliamo di numeri incredibili, 20 mila bambine al giorno danno alla luce un bambino prima dei 18 anni, per un totale di circa 7 milioni all’anno. Fra queste 2 milioni di baby-mamme hanno meno di 15 anni e 9 nascite su 10 avvengono all’interno di un matrimonio ufficiale. Se i numeri continuano a crescere con questo tenore, si arriverà presto a 3 milioni l’anno.
Come dicevamo la maggior parte, 95 per cento, delle baby-mamme vive in Paesi in via di sviluppo, mentre nei Paesi sviluppati sono circa 680 mila la mamme adolescenti. Il fatto di vivere in Paesi in via di sviluppo, spesso con redditi bassi o medio-bassi, porta ulteriori pericoli per le ragazze, fra cui aborti spontanei e complicazioni durante il parto, fino alla morte della mamma.
I fattori che portano a gravidanze così diffuse fra bambine sono da ricercare fra l’estrema povertà e le antiche tradizioni rurali. Le donne che riescono a frequentare più a lungo la scuola, rimangono incinte molto tempo dopo. L’educazione scolastica è risultata essere il miglior deterrente contro lo sfruttamento delle bambine con matrimoni e parti precoci. Quindi la diffusione delle scuole femminili nell’Africa sub-sahariana e nell’Asia meridionale limita se non cancella definitivamente il fenomeno dei matrimoni precoci e delle baby-mamme.