Roma, 22 ottobre – Le cellule staminali anche per curare la calvizie. Utilizzando cellule staminali umane sono state per la prima volta coltivate in laboratorio e trapiantate nel cuoio capelluto le ‘fabbriche’ dei capelli ossia, le strutture che stimolano la formazione dei bulbi piliferi. La speranza è quella di porre rimedio alla calvizie. La ricerca, portata avanti da un gruppo internazionale coordinato da Claire A. Higgins, del dipartimento di Dermatologia della Columbia University di New York è ancora in fase sperimentale ed è stata pubblicata sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas.
Sostanzialmente le staminali servirebbero a trovare un rimedio alla caduta dei capelli e, quindi, alla loro ricrescita, senza dover ricorrere al trapianto. Il metodo è stato testato sui topi e si è rivelato estremamente promettente. I ricercatori hanno visto che, dopo il trapianto, nei roditori la ricrescita avviene spontaneamente grazie alle strutture che si trovano nella parte più superficiale della pelle, ricche di vasi sanguigni e terminazioni nervose. Chiamate papille dermiche, queste strutture possono essere considerate delle vere e proprie “fabbriche di capelli”. Mentre nei roditori queste strutture tendono ad aggregarsi spontaneamente e a far ricrescere il bulbo pilifero, nell’uomo non avviene altrettanto. Il primo passo è stato prelevate cellule della pelle da sette volontari. Quindi le cellule sono state immerse in una coltura di fattori di crescita che le ha fatte differenziare e trasformare in bulbi piliferi. I bulbi coltivati in laboratorio sono stati quindi trapiantate nella pelle umana innestata sul dorso di sette topi. In cinque casi su sette i bulbi piliferi hanno dato origine alla crescita di capelli e l’analisi Dna ha confermato che i nuovi follicoli piliferi erano umani e geneticamente abbinati ai donatori.