Roma, 1 novembre – «Uno a zero per noi! Spero che muoiano tutti». È il 20 luglio 2001. Carlo Giuliani è appena stato assassinato. Il G8 di Genova procede. Continuano le manifestazioni, gli scontri e le polemiche.
A pochi minuti dalla morte del giovane due poliziotti esultano per aver segnato un punto a loro vantaggio. Inquietante la registrazione del colloquio via radio, dei due militari in servizio quel giorno. I due scherzano e si divertono alle spalle della vittima, morta in piazza a causa di un proiettile sparato da un carabiniere. Ridono della situazione e definiscono i manifestanti «zecche del c…» e si augurano che possano presto morire tutti. Poi il riferimento a lui, Giuliani, con quel «uno a zero per noi», come si trattasse di una partita di calcio, una cosa di poca importanza. La registrazione, poco diffusa in Italia, è stata inserita nel film The Summit, nelle sale dal 21 febbraio, e testimonia a pieno quello che era il clima nella polizia a Genova durante il G8.
La chiacchierata, criticata anche da molti uomini in divisa, risulta attualissima in questi giorni di forti proteste a Roma e serve come monito per non dimenticare, affinché non possa riaccadere.