Roma, 11 novembre- Un nuovo scandalo investe l’Atac: la distribuzione dei biglietti stampati è affidata ad una società di sicurezza che non ha il certificato anti mafia, negato dalla Procura di Roma.
Una volta stampati, i titoli di viaggio devono essere distribuiti fra i distributori automatici e i rivenditori autorizzati. Per le macchinette automatiche l’Atac si affida ad un colosso nel settore della sicurezza: la Sipro. Nonostante l’agenzia abbia attualmente collaborazioni con tantissimi enti, sia pubblici che privati, non è in regola con la certificazione anti mafia, negata a più riprese dalla Procura di Roma, per possibili influenze mafiose. Infatti gli attuali proprietari della Sipro sono i nipoti di Di Gangi,detto “er Nasca”, arrestato il 9 maggio del 2012 e accusato di aver avuto in passato rapporti con la banda della Magliana e con il suo cassiere Enrico Nicoletti. Una parentela difficile da giustificare per un colosso della sicurezza, che però evidentemente non interessa le grandi aziende come la Rai o gli enti pubblici, Comune e Regione.
Neanche l’Atac fa differenza, infatti è la Sipro a prendere e depositare in via Salone 137 i biglietti stampati. Da qui i titoli di viaggio destinati ai distributori automatici vengono distribuiti dalla stessa Sipro, mentre quelli per rivenditori autorizzati vengono ritirati dalla Federazione italiana tabaccai.
Nonostante i molti e plausibili dubbi sulla Sipro, evidentemente l’Atac gli attribuiva la massima fiducia, tanto che i sistemi di sorveglianza interni ed esterni al deposito di via Salone non sono mai stati controllati. Solo adesso, con indagini in corso, si è saputo che fra il 2010 e il 2011 sono rimasti invenduti 10 milioni di biglietti, che la Sipro avrebbe dovuto distruggere, ma non lo ha fatto. Questa scorta di biglietti invenduti sfugge ai già scarsi controlli Atac e può essere immessa illegalmente sul mercato, senza che le macchinette elettroniche ne segnalino l’esistenza.