Roma, 9 novembre – Non finiscono gli scandali per l’azienda di trasporti partenopea Atac. Dopo la storia dei biglietti “auto-clonati” di pochi giorni fa, oggi si parla di bandi di gara sospetti, operazioni finanziarie spregiudicate, errori contabili, fatturazioni inesistenti o scomparse, forniture incontrollabili. Anche se il bilancio aziendale del 2012 è passato da meno 179 milioni del 2011 a meno 156,7 milioni, con una differenza di 22 milioni di utili che sono bastati a far approvare il bilancio, il collegio sindacale non ha potuto chiudere gli occhi su quanto sta accadendo in azienda da anni.
Nel dossier che compone la relazione di bilancio del 2012, si riporta infatti una parte della storia occulta dell’azienda, con amministratori che si regalano premi di produzione e stipendi da favola a fronte della sparizione di un fiume di denaro legato a doppia mandata a «decisioni gestionali temerarie e censurabili», esponendo l’azienda a «enormi rischi economici». Emersa anche una gestione sospetta dei rifornimenti di carburante: «Sono emersi mancati e insufficienti controlli del personale preposto ai rifornimenti – scrive il collegio – incertezze sui quantitativi realmente forniti, incongruenze sulla fornitura dei carburanti». E poi ancora, operazioni di finanza “creativa“, una delle quali avviata con Bank of Ireland, nella quale si Atac perse quasi 8 milioni di euro. Nella relazione si parla anche di relazioni tra Atac e partner societari gestite in modo non chiaro e con giri di denaro mal documentati, come i rapporti tra Atac e la società di gestione delle pulizie.