Roma, 17 novembre – L’abbiamo visto atterrito, ma è pronto a ripartire il 77 enne Silvio Berlusconi. Riprende le redini al Consiglio nazionale del Pdl in corso a Roma al Palazzo dei Congressi dell’Eur dove decreta la fine del Pdl e la rinascita di Forza Italia. Lo fa con un discorso di un’ora e mezza, interrotto da un breve malore, incitato dai giovani falchetti che a lui hanno dedicato lo striscione: «Forza Silvio». Il leone ferito confessa, a un parlamentare del suo partito, di trovare grande amarezza per il tradimento di Alfano:«Di tutti gli altri non mi interessa, ma di Alfano ci sono rimasto male. Lo consideravo come un figlio.» Berlusconi auspica però la coalizione dei moderati alle prossime elezioni e chiede al suo ex delfino di non prestarsi al gioco del Pd nel caso in cui dovesse essere sancita il 27 novembre la sua decadenza da senatore con il voto degli alleati del Pdl nelle larghe intese. Un impegno che Alfano non ha voluto prendere rilanciando l’intesa di governo e annunciando i gruppi del Nuovo centrodestra. L’incontro poi è stato tutto un ritorno romantico al ’94. Ha riletto il suo primo memorabile discorso, ha nuovamente incitato i suoi contro l’ideologia comunista consigliando la lettura del «Libro nero del comunismo», non poteva poi mancare l’affondo sulla magistratura. Nuova invece è l’avversione verso l’euro vista come moneta straniera da eliminare. Da ricordare in ultimo che il cavaliere ha dichiarato la sua prossima dipartita dal Bel Paese nel caso in cui il prossimo governo dovesse nascere dalla coalizione dell’odiato Pd con il M5s.
Fonte: La Repubblica