Roma, 10 novembre – Una nota della Protezione Civile conferma quanto affermato dall’ASI (Agenzia Spaziale Italiana): sembrano essersi ormai azzerate le probabilità che i frammenti del satellite GOCE (Gravity Field and Steady State Ocean Circulation Explorer) possano precipitare sulla penisola italiana. La finestra temporale sembra essersi ulteriormente ridotta e, dunque, la traiettoria del mezzo dal peso di oltre una tonnellata in procinto di schiantarsi sulla terra dopo il termine della propria missione, non dovrebbe toccare l’Italia.
Lanciato nel 2009, GOCE è stato il primo satellite a fornire la mappa completa del campo gravitazionale terrestre. La “Ferrari dello Spazio”, chiamato così per la sua sofisticata aerodinamica, ha terminato la sua corsa il 21 ottobre quando il motore a ioni si è fermato a causa dell’interruzione dell’afflusso di carburante, ormai esaurito. Secondo i dati più recenti a disposizione, risalenti a quasi 48 ore fa, GOCE si troverebbe a 170 chilometri da terra e l’impatto è previsto alla quota di 80 chilometri circa. Sarà in quel punto che il satellite dovrebbe andare in frantumi, mentre gran parte dei suoi frammenti brucerà immediatamente.
Il restante 20% di questi saranno diretti sulla Terra: saranno circa quaranta o cinquanta blocchi dal peso complessivo compreso fra i 200 ed i 250 chilogrammi. Rune Floberghagen dell’ESTEC (European Space Research and Technology Centre) dichiara: «Stiamo parlando di un rischio molto piccolo». Analoga è la posizione di Heiner Klinkrad, responsabile dell’ufficio dell’ESA (European Space Agency), il quale si occupa di detriti spaziali: «È 250.000 volte più probabile vincere alla lotteria».