Roma, 25 novembre- Il Progetto della Nuvola di Fuksas nacque già nel 2000 e doveva essere un mega centro congressi all’Eur. Secondo la visione dell’allora sindaco Alemanno l’edificio sospeso sarebbe stato un volano per l’economia e il nome della Capitale, oscurando Milano e l’Expo. Dopo sei anni manca ancora un terzo dei lavori.
Il progetto della nuvola fu presentata da Fuksas e da Alemanno e piacque così tanto ai media e all’opinione pubblica che si iniziò fin da subito a tesserne le lodi, anche se la struttura ancora non c’era. E non c’è tutt’ora. Dopo 6 anni, la nuvola di Fuksas è ancora un immenso cantiere di acciaio e vetro e la sua fine non sembra vicina. I lavori sono al 76 per cento, circa, per una spesa totale di 200milioni a cui ne mancano ancora 170 per arrivare al 100 per cento. La nuvola ha incontrato molti problemi fin dall’inizio del cantiere, Fuksas fu accusato dall’appaltatore di essere impreciso, il costruttore fu accusato dall’architetto di essere inadeguato, un giorno mancavano i collegamenti e un giorno i parcheggi. Così fra ricorsi al Tar e polemiche, le spese di costruzione sono triplicate e l’opera è ancora incompiuta. La nuvola di Fuksas dovrebbe essere una costruzione interna ad un altra, con cinque tonnellate di acciaio ricoperte da un telo Atex microforato che le renderà leggere. Progetto ambizioso che avrebbe rappresentato la modernità a cui si apriva la Capitale è stato abbandonato dai suoi stessi fautori. Lo Stato (azionista al 90 per cento con Eur spa) e il Comune ( azionista al 10 per cento) hanno stanziato alcuni fondi, senza poi interessarsi sul come venivano spesi o sulla continuità dei lavori.
Per questo con Roma che rischia il default e il commissariamento l’inaugurazione di oggi con Marino, in fascia tricolore, suona alquanto ridicola e fuori luogo, con la messa in mostra di uno dei tanti sprechi all’italiana.