Roma, 11 Novembre- Un capodoglio maschio di 13, 5 metri è stato ritrovato morto lungo la costa olandese e l’autopsia ha dimostrato che la causa del decesso è stata l’ingerimento di circa 20 kg di rifiuti di plastica, per la maggior parte coperchi e altre parti utilizzate nelle serre Olandesi.
Purtroppo non si tratta di un caso isolato, infatti nel Marzo del 2013 una balena di 10 metri è stata ritrovata sulle spiagge spagnole, anch’essa morta per insufficienza intestinale, dal momento che nel suo stomaco sono stati ritrovati 17 kg di materiale plastico proveniente dalle serre situate nelle zone di Almeria e Granada, dove si coltivano pomodori destinati principalmente al mercato europeo. Anche in Italia si è verificato un caso analogo nel 1989.
Delle 240 milioni di tonnellate di materiale plastico prodotte ogni anno, più di 6,4 milioni vengono scaricare in mare e, come riporta The Wildlife Protection Society, sono questi scarti a causa la morte di più di un milione di uccelli marini e 100.000 mammiferi marini ogni anno. In alcune regioni marine c’è addirittura più plastica che plancton e i rifiuti, di cui il 15 per cento rimane in superficie, mentre il resto si deposita sul fondale marino, si concentrano spesso in vortici come il Great Pacific Garbage Patch nel Pacifico del Nord.
Come non pensare che la morte di ognuno di questi animali dipende anche da noi? Ogni giorno consumiamo prodotti che contengono involucri non riciclabili e spesso, sebbene lo siano, vengono comunque smaltiti dalle aziende in maniera superficiale e dannosa per l’ambiente. La natura sta pagando un prezzo troppo elevato e tutti quanto dovremmo porvi rimedio.