Roma, 8 novembre – Accanto a Manuel Frattini, interprete di se stesso in “Sindrome da Musica, troviamo nel ruolo della coprotagonista psicologa, Silvia Di Stefano, apprezzata interprete di spettacoli come Pinocchio, Aladin, Cabaret, cantante e insegnante di canto. Vincitrice nel 2012 del premio come Miglior Performer Femminile per la sua interpretazione nei musical Aladin e Sindrome da Musical.
«Sindrome da Musical – ci racconta – è un musical scritto dal Lena Biolcati con la consulenza di Stefano D’Orazio, l’ex batterista dei Pooh, nato nel 2008. Abbiamo fatto il primo debutto come spettacolo ufficiale di due atti completo nel 2011. Abbiamo girato tutta l’Italia, dalla Val D’Aosta alla Sicilia, siamo arrivati a Milano la scorsa stagione e abbiamo fatto due giorni di tutto esaurito al Teatro della Luna che ha quasi 1500 posti, però non c’era mai stata Roma e Roma è casa mia… e finalmente siamo riusciti ad arrivare al Teatro Parioli che ci ha dato due serate, il 21 e 22 novembre».
Raccontaci la storia
«Il protagonista è Manuel Frattini, definito “l’uomo musical” o il “re del musical” che ha usato la sua carriera non come auto celebrazione ma come pretesto per unire tanti pezzi dei musical più famosi che lui ha fatto e che non ha fatto, come Sette spose per sette fratelli, Cantando sotto la pioggia, Chorus line, Cabaret ecc.. Diciamo che é una storia un pò comica perché lui a un certo punto “sbrocca”, i suoi amici non lo riconoscono più perché lui ormai dopo tutti questi musical pensa veramente di essere i vari personaggi e quindi mentre cammina per strada comincia a ballare pensando di essere Pinocchio, Peter Pan, e quindi lo mandano da una psicologa».
Che saresti tu…
«Che sarei io! Questa psicologa molto fredda, molto professionale, completamente ignorante in materia di musical, non ne conosce neanche uno… cerca di curarlo e alla fine, invece, si ammala pure lei! È uno spettacolo che celebra il musical con una storia molto divertente, creata apposta per legare questi pezzi. È inno al musical!»
Che differenza c’è tra trovarsi su un palco a cantare in una band e cantare a teatro…
«Sono due cose completamente diverse nel senso che io ho sempre voluto fare musical, da quando ero piccolissima. Mia mamma mi metteva le VHS dei musical e io stavo li buona buona a vedere questi che ballavano e cantavano, per cui ho poi studiato per quello, ho studiato teatro, canto, danza ecc. Il fatto che io abbia anche una carriera parallela come cantante è abbastanza normale perché anche molti miei colleghi che fanno teatro musicale poi si ritrovano a fare qualche cd, cantano in qualche gruppo. Alla fine siamo anche cantanti, non solo attori. Poi avendo due genitori che vengono entrambi dalla musica pop, che hanno fatto il loro bel percorso, alla fine mi sono ritrovata a fare un album, ho avuto vari gruppi fra i quali uno jazz. È nato come una sorta di sfogo, le classiche cose che si facevano negli anni ’80: le salette, i garage dove si andava a provare davano vita a delle cose bellissime e alla fine è venuto fuori un bel gruppo: i Moon Base. Ci troviamo bene insieme, ci sfoghiamo e andiamo anche a suonare quindi non è una cosa fine a se stessa. Chiaro è che tutti noi abbiamo anche delle vite parallele per cui riuscire poi a conciliare tutti e quattro, adesso cinque perché ci stiamo allargando, non è facile ma io mi diverto come una pazza con loro! Se devo fare la cantante per mestiere senza divertirmi: no! Perché il teatro mi diverte sempre, salire sul palco e cantare…dipende con chi lo faccio».
Il teatro ha poi il “dietro le quinte” che immagino abbia un’atmosfera particolare
«Lo spettacolo teatrale, che sia un musical o prosa, è come un ingranaggio, una catena con tutti anelli fondamentali, dal protagonista, ai ballerini ai tecnici che sono il motore dello spettacolo. Quindi vedere quella scena che prima l’hai provata leggendola su un copione e poi ti metti in pedi e la fai, poi ci aggiungi le scenografie, la musica, i ballerini, i costumi…entri in un altro mondo!»
La prima volta che sei salita sul palco?
«Diciamo che quando ho fatto la scuola di teatro abbiamo messo una piccola compagnia teatrale in cui facevamo i nostri spettacoli che abbiamo anche presentato in alcuni teatri a Roma. Però ero ancora giovane e inconsapevole. Poi ho iniziato a fare provini e ed è arrivata la grande occasione di Pinocchio, che è stato il mio primo lavoro, di fianco al mio idolo che era ed è Manuel Frattini, una produzione totalmente italiana con propositi spaventosi. Sono stati spesi qualcosa come 10milioni di euro per fare quel musical, 30 persone in scena, 20 fuori scena. Hanno costruito addirittura un teatro apposito perché questo “musical colossal” non entrava da nessuna parte e ritrovarsi al Teatro della Luna che all’epoca aveva 1750 posti, adesso siamo quasi a 1550 perché hanno dovuto chiudere un settore, come debutto ufficiale è stato tra l’emozionante e traumatico perché sono partita alla grande!»
Roma è l’ultima tappa?
«Roma è la prima della nuova stagione. Dopo andremo al Teatro della Luna un’altra volta, San benedetto del Tronto, Foggia, Bari, Varese, giriamo un pochino fino alla fine di dicembre perché poi parte un nuovo musical dove sia io che Frattini siamo impegnati e si chiama “Cercasi Cenerentola” e arriverà al Brancaccio a febbraio»