Roma, 16 novembre- Sono 443 le aziende coinvolte nell’inquinamento tossico della terra dei fuochi e sono quasi tutte del nord Italia. Sabato sono attese oltre 50 mila persone per una manifestazione di rabbia e protesta.
La situazione di grave inquinamento in Campania è sotto studio e denuncia da parte delle associazioni, in primis Legambiente, ormai da anni, ma solo ultimamente è salita alla ribalta mediatica. E la domanda è: che cosa ha causato in circa 20 anni (dal 1991 al 2013) un tale inquinamento da rendere la Terra dei fuochi invivibile?
Sicuramente hanno concorso i roghi tossici, la gestione sbagliata dei territori e la mala politica degli amministratori locali, ma al primo posto c’è lo sversamento illegale di rifiuti da parte di aziende del Nord e del centro Italia. In 22 anni nella terra dei fuochi, fra Napoli e Caserta, sono stati smaltiti 10 milioni di tonnellate di rifiuti di qualsiasi tipo. Quindi secondo gli inquirenti circa 410 mila camion hanno attraversato tutta Italia per sversare il loro carico in Campania, senza che nessun se ne accorgesse o denunciasse tali viaggi. Da un rapporto di Legambiente, che ha compiuto una vera e propria inchiesta in proposito, si legge «In questo quarto di secolo lungo le rotte dei traffici illeciti è viaggiato di tutto: scorie derivanti dalla metallurgia termica dell’alluminio, polveri di abbattimento fumi, morchia di verniciatura, reflui liquidi contaminati da metalli pesanti, amianto, terre inquinate provenienti da attività di bonifica. E ancora rifiuti prodotti da società o impianti, noti nel panorama nazionale, come quelli di petrolchimici storici del nostro Paese: i veleni dell’Acna di Cengio, i residui dell’ex Enichem di Priolo, i fanghi conciari della zona di Santa Croce ». Oggi, sull’onda della psicosi di inquinamento tossico della Terra dei fuochi, molte aziende del Nord si smarcano da responsabilità e omissioni, sostenendo che i loro prodotti non vengono dalla Campania. Eppure gli inquirenti che indagano le Ecomafie hanno dimostrato che fra le 443 aziende coinvolte, la maggior parte ha sede sociale nel Nord e nel centro Italia, sono partite 900 ordinanze di custodie cautelari e quasi due mila denunce.
Proprio sul continuo espandersi dell’inchiesta e dei coinvolti, sabato la Terra dei fuochi ospiterà una delle più grandi manifestazioni di protesta, sono attese più di 50 mila partecipanti. Il corteo dovrebbe sfilare da piazza Garibaldi a piazza Municipio, fino al cuore di Napoli. Tantissime le sigle aderenti, sia locali che internazionali (come Legambiente e WWF). I panettieri di Napoli porteranno filoni di pane lunghi 5 metri da spezzare e distribuire fra le persone.