Roma, 28 novembre – Il Governo avanza. A piccoli, ma incoraggianti passi. C’è da scalare un altissimo muro di gomma, innocuo all’apparenza ed in realtà tremendamente nocivo. Un altro passo avanti viene compiuto contro il gioco d’azzardo, un vero e proprio cancro che svuota portafogli e sbrana le famiglie. L’iniziativa è sufficiente per ricevere un plauso da parte delle organizzazioni impegnate in prima linea nella lotta alla ludopatia.
Lo scenario che si prospetta sarà quello di presentare la tessera sanitaria qualora si vorrà tentar la sorte, in sala giochi oppure in tabaccheria. E questo strumento non fungerà soltanto all’identificazione di un maggiorenne o meno, bensì alla costruzione di una vera e propria banca dati contenente le informazioni sul giocatore: quanti soldi ha giocato, quando e con quale frequenza. Sarà possibile anche introdurre un tetto di “auto-limitazione” oltre il quale non sarà più possibile giocare.
La proposta diventerà esecutiva quando saranno approvate le disposizioni per “la prevenzione, il contrasto e la cura della ludopatia”. Dunque, documento d’identificazione alla mano per chi vorrà giocare al video-poker o alle slot-machine. Il comitato ristretto, riunito in Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, sta lavorando all’unificazione delle proposte di legge presentate in materia ed ha scartato l’ipotesi dell’emanazione di una specifica tessera.
L’onorevole Paola Binetti, relatrice del testo, spiega: «Tra le diverse modalità di identificazione vagliate è stata scelta la tessera sanitaria. Questo ribadisce che la competenze in materia, proprio poiché parliamo di una malattia, è del Ministero della Salute».
Secondo l’onorevole Margherita Miotto del Partito Democratico: «È uno strumento più economico dell’apposita tessera del giocatore, inizialmente vagliata». Si dice contrario il Movimento 5 Stelle che, per voce di Andrea Cecconi, dichiara: «Una tessera espressamente dedicata avrebbe reso più difficile un utilizzo fraudolento. Anche un minore potrebbe prendere il tesserino sanitario del nonno e andare a giocare».
Nel frattempo, il comitato ristretto ha pressoché terminato l’attività d’esame agli articoli del testo unificato. In queste ore è stata la volta della copertura finanziaria, prevista nell’articolo 11. L’onorevole Miotto aggiunge: «Non ci possiamo permettere una legge manifesto. Per questo ora dobbiamo capire dove prendere i soldi. Il gioco d’azzardo patologico è stato oggetto di ben tre provvedimenti nel corso degli ultimi anni: il decreto Balduzzi, il decreto inter-dirigenziale collegato alla Finanziaria del 2011, insieme alla delega fiscale»
Una volta unificati i sette disegni di legge (due della Binetti, uno ciascuno a firma dei deputati Fucci, Mongiello, Baroni, Iori e l’ultimo presentato da Formisano), il provvedimento verrà poi emendato ed inviato all’Aula, dov’era inizialmente previsto per il 25 novembre. L’auspicio della Commissione, è quello di portarlo in aula prima di Natale.