Roma, 19 dicembre- Dopo le riprese scioccanti del Cie di Lampedusa, trasmesse dal Tg2, si sono rincorse le indignazioni e le prese di distanza dei politici italiani ed europei. I fatti in proposito però restano ancora nulli.
Alcune sere fa il Tg2 ha trasmesso le riprese scioccanti delle docce disinfettanti ai migranti, i quali vengono spogliati, senza privacy e senza riguardo, e sottoposti ad un lavaggio anti scabbia con getti d’acqua gelidi. Il sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini da anni ormai denuncia la situazione di massimo degrado in cui versa la struttura e il degrado umano a cui sono sottoposti gli immigrati. Il cie di Lampedusa viene gestito da una società appaltatrice esterna, la Lampedusa accoglienza, una società che fa capo alle cosiddette cooperative rosse, al centro di vari scandali. La domanda che ci si pone è dove sono finiti quei 50 euro al giorno che lo Stato dà alla società per ogni immigrato. Visto che questi ultimi dormono all’aperto sotto coperte termiche, senza bagni, con pasti scarsi e scadenti, senza una reale divisione fra uomini e donne con minori. In più adesso l’ennesima doccia gelata, in tutti i sensi, gli immigrati sono stati infettati dalla scabbia proprio a causa delle condizioni igieniche, praticamente nulle, in cui sono costretti a vivere. Invece di essere portati in infermeria e lì curati, sono stati fatti spogliare all’aperto, di fronte a tutti, fra le risate dei lavoratori, e lasciati poi bagnati e semi assiderati ad arrangiarsi per trovare un modo di asciugarsi. Inoltre non ci sarebbe mai stata una differenza fra uomini, donne e bambini costretti tutti a spogliarsi di fronte all’implacabile Lampedusa accoglienza. L’Europa da parte sua minaccia ripercussioni per una pratica che lede il diritti fondamentali dell’uomo e richiama alla mente uno dei periodi più bui della nostra storia. Invece di assistere una zoppicante Italia che fra mancanza di risorse e di controlli non riesce a garantire la benchè minima dignità agli immigrati. L’Europa taglierà i pochi fondi a sostegno dell’immigrazione chiedendo al nostro Paese il pagamento di una salata multa. Anche il sindaco Nicolini ha parlato di una situazione da lager sui cui neanche lei ha il minimo controllo, non potendo in molti casi neanche accedere all’interno della struttura del Cie di Lampedusa. Il primo cittadino fa un’analisi molto lucida della situazione, sostenendo la necessità dell’abolizione dei Cie e della Bossi-Fini, accompagnata da una totale revisione delle nostre politiche di accoglienza. Gli unici rimasti a difendere il proprio operato e ad accusare politici e media di strumentalizzazione sono i lavoratori della Lampedusa accoglienza, tramite il loro amministratore. «Non potete metterci alla gogna per qualche sequenza che non dice nulla di ciò che facciamo- ha dichiarato Cono Galipò- noi seguiamo una indicazione delle autorità sanitarie. I getti sanitari sono una consuetudine a difesa proprio dei migranti ». L’immigrazione, nel nostro Paese, è diventato un business per molti, a causa soprattutto dei scarsi controlli da parte delle autorità competenti, ma anche a causa di una politica repressiva nei confronti di chi sbarca in cerca di salvezza. Come già successo dopo le stragi in mare dei barconi della speranza, la speranza è che questa volta non ci si limiti al falso buonismo e alle belle parole.