Roma, 30 dicembre – Tensione e paura in Congo. Degli uomini armati hanno attaccato l’aeroporto e la sede della tv di Stato a Kinshasa, nella capitale, prendendo in ostaggio diverse persone fra cui diversi giornalisti. Quaranta ribelli sono rimasti uccisi. Il tutto mentre sale la preoccupazione per gli italiani bloccati nella capitale a causa dei ritardi burocratici per le pratiche di adozione. Con Palazzo Chigi, la Farnesina e il ministero per l’integrazione che sono intervenuti per rassicurare i diretti interessati. Nel frattempo sembra che la situazione sia tornata alla normalità. Fonti diplomatiche confermano, infatti, che la situazione a Kinshasa sta tornando «sotto controllo delle forze di polizia locali che hanno ripreso il controllo di tutti i punti nevralgici, compresa la sede della tv pubblica». Numerose richieste di aiuto sono arrivate da parte dei genitori italiani che si trovavano nel Paese per portare avanti le pratiche di adozione. Domenica, una delle 24 mamme italiane aveva scritto una lettera al presidente del Consiglio, Enrico Letta. «La delegazione da lei inviata – ha scritto – ci ha detto che non possiamo tornare in Italia con i nostri figli. Io come posso spiegarlo alla mia bambina di sette anni, che ha conosciuto la guerra, la fame e l’abbandono?». L’ambasciata italiana a Kinshasa ha fatto sapere di essere in costante contatto con le famiglie il ministro degli Esteri, Emma Bonino, sta seguendo l’evolversi della situazione attraverso l’Unità di crisi della Farnesina, dopo i violenti disordini di stamani nella capitale. Successivamente Enrico ha precisato: «Non siamo noi direttamente in pericolo perché stiamo in periferia ma la situazione in città non ci lascia tranquilli. Ci hanno detto – ha spiegato via mail – di restare chiusi in casa».