Roma, 20 dicembre- In questi anni di crisi economica più di una volta si è parlato di patrimoniale, una tassa sui grandi patrimoni e sulle grandi ricchezze, da ridistribuire alle classi più svantaggiate. Troppi gli interessi in gioco però perchè si riuscisse effettivamente ad approvare un tale cambiamento economico, preferendo invece la solita politica di tagli a servizi e welfare. Adesso, dopo l’elezione di Matteo Renzi alla segreteria del Pd, ci si riprova e a farlo è il banchiere Pietro Modiano. Quest’ultimo, marito dell’onorevole Pollastrini (Pd) ha esposto la sua proposta nell’editoriale di dicembre della rivista Numisma ( da lui diretta). « Si stima che la ricchezza liquida delle famiglie italiane – si legge nell’editoriale- sia pari a circa 2.400 miliardi. Si può, inoltre, stimare che Il 47,5 per cento di questo ammontare, ovvero 1.130 miliardi, sia posseduto dal 10 per cento più ricco delle famiglie italiane. Un prelievo una tantum del 10 per cento su questa fascia darebbe luogo a un gettito di entrate per lo stato di 113 miliardi di euro, sette punti percentuali di Pil, da distribuire a favore delle famiglie più povere e delle imprese». Gli effetti positivi sul Pil deriverebbero dal fatto che, investendo i soldi a vantaggio delle famiglie svantaggiate, queste tornerebbero a far girare l’economia, sia in entrata che in uscita. Secondo Modiano se ripetessimo questo prelievo forzoso per tre anni (2014-17) il Pil aumenterebbe del 4,5 per cento e rispetto all’attuale previsione dell’1 per cento, la crescita economica raggiungerebbe un +2,1 per cento. «La manovra può essere fatta senza aprire contenziosi con l’ Europa e nel rispetto delle regole di bilancio iscritte in Costituzione. La somministrazione dello stimolo su un periodo di più anni consentirebbe di modificare in modo significativo il tasso di sviluppo dell’economia anche se non esaurisce il “da farsi” per l’economia italiana – conclude Modiano -. Bisogna continuare a portare avanti le riforme in direzione della razionalizzazione della spesa pubblica, della lotta all’evasione, della semplificazione della burocrazia e della politica; solo così si riuscirà a dare seguito nel lungo periodo allo sviluppo dell’economia italiana una volta che gli effetti della manovra saranno venuti meno ». Stupisce sicuramente che l’unico e riportare in auge l’ipotesi che l’unica via d’uscita dalla crisi economica sia una redistribuzione della ricchezza sia proprio il banchiere Modiano, ex braccio di Profumo in Unicredit e di Passera in Intesa.