Roma, 14 dicembre- Ieri il primo ministro Letta aveva annunciato trionfalmente l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, così come aveva promesso lo scorso marzo. Ma se si legge il testo del decreto legge, già approvato alla Camera e in attesa del passaggio al Senato, l’abolizione risulta una beffa. Il testo prevede la possibilità di devolvere il 2 per mille ad un partito a propria scelta, fin dalla prossima dichiarazione dei redditi. Lo stato però terminerà l’erogazione del finanziamento pubblico solo nel 2018. I partiti continueranno, infatti, a ricevere 91 milioni di euro nel 2014, 50 milioni nel 2015, 45 milioni del 2016 e circa 36 milioni nel 2017. Pdl e Pd, nel 2013, hanno ricevuto rispettivamente 37,16 milioni e 25,34 milioni, mentre il M5S ha rifiutato i 9,29 milioni di euro cui aveva diritto. In qualsiasi altro caso sarebbe stata normale un calo dei contributi piuttosto che uno stop immediato, ma ricordiamo che già nel referendum del 1993 gli italiani avevano espresso il loro no al finanziamento pubblico ai partiti, che invece ha continuato ad esistere sotto mentite spoglie. Adesso l’annuncio di Letta aveva fatto sperare in un immediato rispetto del voto popolare espresso ormai 20 anni fa e invece si dovrà attendere ancora il 2018, sempre che nel frattempo non si trovi un altro nome per devolvere ai partiti gli stessi soldi pubblici.