Roma, 21 dicembre – Presunte tangenti chieste dai vigili per garantire il rilascio di autorizzazioni Ncc e licenze dei taxi, mazzette pagate dagli autisti per ottenere favori per la cancellazione di multe e «spiate» sui controlli o i blitz in atto. Sono queste le accuse che coinvolgono in una maxi inchiesta, l’ennesima che travolge la capitale, 26 persone tra noleggiatori, tassisti, dipendenti pubblici (di Roma, Bassiano, Sonnino e Fiumicino) e tre vigili della squadra vetture del Gpit (il gruppo pronto intervento traffico della polizia locale Roma Capitale, che ha il compito di controllare proprio le licenze di trasporto pubbliche), compresi tre funzionari della prefettura e un poliziotto. Tutto comincia nel 2008 quando, un tassista condannato per spaccio di cocaina, punta il dito su dei vigili urbani, Mario Ciliberto, Marco Croce del Gipt e Aldo Praino del Comando di Fiumicino. Per la procura è un testimone attendibile.
L’uomo rivela che a Termini, in passato, aveva raccolto da vari tassisti centinaia di euro a settimana, che consegnava puntualmente a Ciliberto e Croce. Questi soldi sarebbero serviti per far chiudere un occhio ai vigili sulle irregolarità. Scattano immediatamente pedinamenti e intercettazioni. Vengono messe microspie anche nell’ufficio patenti della prefettura dove si sospetta che alcuni dipendenti cancellino le multe di tassisti e Ncc per i casi segnalati dai vigili corrotti. Ma dai video non emergono riscontri. Gli investigatori, però, scoprono che tre impiegati del palazzo di governo timbrano l’uno il badge dell’altro, frodando l’amministrazione sulle effettive presenze: Annarita Nunzi, 48 anni, Maria Laura Roselli (58) e Sabatino Cococcia (54) vengono accusati di truffa. Nei guai finisce pure un poliziotto, Danilo Pancia, per aver avvisato i dipendenti che qualcuno li stava intercettando, mandando a monte, dice il pm, l’inchiesta.
Fra gli indagati anche autisti Ncc. Uno di loro, intercettato, avrebbe offerto a Croce in pagamento i favori di una prostituta. È lo stesso vigile a confessarlo a un tassista. «Sintomo – scrive il gip – di un verosimile pagamento attraverso rapporti sessuali per i servigi resi». Secondo l’inchiesta Ciliberto avrebbe addirittura procurato licenze false. Raccontava di intercedere presso le commissioni dei piccoli Comuni e si faceva pagare. Ma le licenze non erano tutte fasulle. A Bassiano nei guai per corruzione sono finiti Angela Coluzzi 53 anni, Maurizio Salvatori (51) e Maurizio Longo (51, sindacalista), tutti appartenenti alla commissione che formava la graduatoria finale del concorso per la concessione delle autorizzazioni e un ex assessore Roberto Campagna. Praino, invece, secondo il pm, avrebbe fornito documentazione falsa per presentare e far accogliere ricorsi a multe verbalizzate da altri agenti.