Roma, 15 dicembre- L’Italia è uno dei paesi europei dove si tassa di più, dalla benzina, alle piccole imprese, all’Iva, ai rifiuti e molti altri settori. Da oggi probabilmente arriveranno anche le tasse sul web e sui servizi internet, una specie di google tax, con un supplemento per i possessori di pc e tablet. La prima proposta è stata presentata dal Pd ed è passata in commissione Bilancio (di cui è presidente Francesco Boccia che l’ha fortemente voluta), essa prevede che l’acquisto dei servizi online, sia di e-commerce che di pubblicità, avvenga solo da operatori con partita Iva italiana. Ciò significa che i vari operatori, dovranno aprire una sede e pagare le tasse in Italia, comportando un aumento dei prezzi per i consumatori, che sceglievano il web proprio per la sua competitività rispetto all’acquisto tradizionale. Se la proposta di legge dovesse passare l’Italia sarebbe il primo paese europeo ad avere tasse sul web, che secondo la rivista americana Forbes sarebbe addirittura illegale in base alle leggi internazionale. Nella proposta di legge c’è anche la cosiddetta ” copia privata“, che imporrà una stangata da 100 milioni di euro su pc, tablet e smartphone, con un aumenti di circa tre o quattro euro per ogni prodotto. L’aumento non sarà sicuramente incisivo, ma è interessante notare le motivazioni che ci sono alla base: lo stato si è accordato con la Siae per il diritto d’autore e non potendo controllare se l’utente copia tramite il suo apparecchio si è deciso di tassarli tutti in modo preventivo. Infine quello che ha fatto infuriare i nuovi editori sono le previsti detrazioni sui libri cartacei, mentre non c’è niente in favore dell’e book. I lavoratori e i consumatori del settore informatico denunciano che le tasse sul web porteranno ad un aumento dei prezzi sia per le aziende che per i cittadini, con rincari delle tariffe della pubblicità, così diminuirà la crescita e insorgerà la disoccupazione anche in questa settore lavorativo, fino ad ora, in costante crescita.