Roma, 13 gennaio- Finalmente è stato raggiunto un accordo ed è stata firmato il terzo trattato di Basilea, o Basilea III. Questo è un accordo sugli standard di regolamentazione volontaria globale sull’adeguatezza patrimoniale , stress test e la liquidità di rischio delle banche. I membri del Comitato concordarono una serie di regole per garantire la vigilanza sulle banche nel 2010-11, era stato programmato per essere introdotto a partire dal 2013 fino al 2015. Il terzo capitolo degli accordi di Basilea si è reso urgente e necessario in risposta alle carenze nella regolamentazione finanziaria , messa in evidenza dalla crisi finanziaria di fine 2000 e dalla successivi crisi globale finanziaria del 2008. Basilea III dovrebbe aumentare i requisiti patrimoniali delle banche , aumentando così la liquidità bancaria e diminuendo la leva finanziaria chiamata anche leverage ratio ( il rapporto tra il capitale netto dell’istituto e il totale delle attività). Più alto sarà il leveral ratio più la banca sarà a rischio, in quanto ha investito in capitali a rischio. Sfruttare la leva finanziaria vuol dire prendere in prestito dei capitali confidando nella propria capacità di investirli ottenendo un rendimento maggiore del tasso di interesse richiesto dal prestatore. Basilea III ha introdotto quindi un tetto massimo al leverage ratio e le banche avranno cinque anni, fino al 2019, per adeguarsi ai nuovi livelli. Ovviamente questi accordi non risolveranno tutti i mali della mala gestione bancaria e della speculazione finanziaria, il senso è infatti un altro. Si cerca di andare verso un tipo di capitalismo finanziario più evoluto e più controllato, che non sia più in mano di pochi colletti bianchi, ingestiti e ingestibili.
di Elisa Bianchini