Roma, 26 dicembre- Già prima di Natale, il 21 dicembre, avevamo assistito alla protesta estrema degli immigrati rinchiusi nel Cie di Ponte Galera, che si erano cuciti le labbra per testimoniare le condizioni di annientamento della persona in cui vivevano. Ma dopo le parole di Alfano, che aveva riferito in Parlamento, e le promesse di tutto il governo, che per la prima volta si accorgeva della situazione, le cose nel Cie di Ponte Galera non sono cambiate affatto. Tanto che oggi 13 immigrati sono tornati a cucirsi le labbra in segno di protesta per le condizioni di immenso degrado della struttura e per i tempi lunghissimi della permanenza nel Centro. A dare la notizia della protesta e del conseguente sciopero della fame è il Garante dei detenuti del Lazio, che denuncia la mancanza di atti concreti dopo le promesse ricevute. «E’ evidente che il tempo della politica scorre molto più lentamente rispetto a quello di queste persone, passate dal dramma di un’immigrazione difficile a luoghi con pochissima dignità come i Cie. Spero che dopo le promesse il parlamento approvi presto le norme necessarie a porre fine a questa vergogna » ha dichiarato Marroni, garante dei Detenuti.
di Elisa Bianchini