Roma, 23 gennaio- Fin dall’avvio dei finanziamenti per i super caccia F-35, le polemiche hanno contraddistinto ogni fase. Inizialmente perchè si spendevano miliardi in super caccia, quando ormai la guerra fra jet è considerata obsoleta nell’ambiente militare. Inoltre in un momento di spending review, con imprenditori suicidi, perchè non riescono a mantenere la famiglia e una disoccupazione che supera il 40 per cento, indubbiamente una spesa così elevata sembrava folle a molti. Poi però sono subentrati problemi veri e propri e non di generica giustizia dell’investimento. Si è passati dai difetti tecnici che rendevano gli F-35 inutilizzabili all’illusione dei posti di lavoro, che avrebbero dovuto generare.Uno studio del Center for International Policy ha dimostrato come dai 10 mila posti di lavoro promessi, saremo fortunati se si riuscirà ad assumerne un terzo, fra la costruzione dei caccia e l’indotto. L’Italia aveva sognato di costruire 250 jet, con un guadagno che avrebbe dovuto superare nettamente la spesa, soprattutto perchè il nostro Paese costruiva anche per l’esportazione. Dei 250 F-35 previsti, 131 erano destinati alla nostra Aeronautica e alla nostra Marina, 85 all’Olanda e si contava di ritagliare una quota di contratti per Turchia e Israele. Ma fino ad ora l’Olanda ha comprato 35 caccia, che forse potrebbero arrivare a 50, ben sotto le stime effettuate. Inoltre un’altra fonte di guadagno doveva essere la manutenzione di questi mostri volanti, che passavano per il Mediterraneo. Attualmente però l’Italia ha fatto i conti solo su promesse verbali degli altri Paesi, senza alcun tipo di contratto scritto. Senza considerare che difficilmente la nostra Penisola riuscirà a reggere la competizione, in fatto di costi, di molti altri Stati in via di sviluppo. Quindi di fronte ad una stima iniziale di guadagno pari a 18 miliardi, esso si è ridotto a 13, ma solo 9 miliardi sembrano certi, mentre il resto è affidato all’imprevedibilità delle commissioni richieste. Infine l’ultimo punto è la scelleratezza italiana nel costruire intere fortezze, utilizzate per pochi anni e poi abbandonate nel degrado più totale e nella devastazione del paesaggio. Rispetto all’Inghilterra, che non lo ha trovato conveniente, l’Italia ha invece costruito a Novara una cattedrale in grado di montare e riparare gli F-35, in mano totalmente al controllo militare. Se gli altri Stati non rispettassero i patti, unicamente verbali, di lasciare all’Italia i propri jet da revisionare, il centro non avrebbe più senso di esistere, nonostante i costi e l’impatto ambientale per costruirlo. Sembra quasi di rivedere il mega centro congressi della Maddalena, tirato su dal nulla, per un probabile G8, e oggi completamente abbandonato e inservibile.
di Elisa Bianchini