Roma, 5 gennaio- Un secco rifiuto quello di Giusi Nicolini, che ha fatto innervosire non pochi. Il neo segretario del Pd Matteo Renzi aveva proposto all’ormai famoso sindaco di Lampedusa di entrare a far parte del suo entourage ed avviare così la sua carriera politica fra le luci della ribalta romana. Giusi Nicolini ha ringraziato il sindaco per l’offerta, nel giorno della sua visita a Lampedusa, ma si è detta costretta a rifiutare. Quello che piace e forse segna un cambio di passo in questa storia è il fatto che il sindaco non ha rifiutato per rivalità politiche, ma per una questione di sperpero dei fondi pubblici. Infatti, secondo Giusi Nicolini, per ogni riunione avrebbe dovuto perdere tre giorni di lavoro nella sua città ( un messaggio per Renzi forse) e inoltre si sarebbe dovuta spostare in aereo, solo per raggiungere Palermo occorrono 120 euro di biglietto, a cui poi va aggiunto quello per Roma. La Nicolini ha dichiarato che, soprattutto in questo periodo di spending review, non le sembra proprio il caso di sperperare fondi pubblici per i suoi spostamenti. Accusata di voler fare la guastafeste il sindaco di Lampedusa si difende sostenendo che è stato lo stesso Renzi a rendere pubblico il suo no, a cui poi lei ha dovuto aggiungere le sue motivazioni. Senza le dichiarazioni del neo segretario, lei non avrebbe avuto nessun interesse a rendere pubblica la cosa.
di Elisa Bianchini