Roma, 4 gennaio – L’Oceano Pacifico sta morendo e nessuno ne parla. Secondo un nuovo studio recentemente pubblicato sulla rivista Proceedings of National Academy of Sciences e ripubblicato da National Geographic, gli studiosi del Monterey Bay Aquarium Research Institute ( MBARI ) in California hanno recentemente scoperto che la quantità di sostanza organica morta che ricopre i fondali del Pacifico è assai maggiore rispetto ai dati raccolti nei 24 anni precedenti. La zona analizzata è la stazione M, che si trova a 145 miglia al largo tra le città californiane di Santa Barbara e Monterey. La materia organica morta (plancton marino, meduse, ed altre sostanze) in genere ricopriva solo l’1 per cento dei fondali oceanici. La percentuale è salita al 98 per cento. Questo è un sintomo del mal funzionamento della catena alimentare in quello specifico ecosistema. Lo studio non menziona Fukushima ma è rilevante notare come prima dell’incidente nucleare la percentuale fosse ai livelli minimi. Inoltre il sito Natural News sottolinea che «i tempi della scoperta suggeriscono come l’incidente nucleare di Fukushima possa essere considerata la causa». Secondo National Geographic il fenomeno sembra invece essere attribuibile al surriscaldamento globale e al fenomeno di acidificazione degli oceani.