Rieti, 17 gennaio – È arrivata in ospedale lamentando forti dolori all’addome e ha partorito un bambino. È accaduto a Rieti, dove una suora di 32 anni, recatasi all’ospedale San Camillo de Lellis, avrebbe dato alla luce un bambino di 3 chili e 500 grammi. Al suo arrivo al pronto soccorso la suora lamentava forti dolori di cui non sapeva spiegarsi la natura ma sottoposta ad ecografia è stata subito chiara la gravidanza e la suora è stata portata in sala operatoria dove ha poi partorito. Secondo quanto confermato da fonti sanitarie, è stata trasportata al pronto soccorso del nosocomio dal 118, a cui si erano rivolte le consorelle preoccupate per i forti dolori al ventre accusati dalla donna. Giunta all’ospedale i medici hanno confermato la diagnosi formulata dall’equipaggio dell’autoambulanza che, da subito, prestando le prime cure alla suora, aveva sospettato una gravidanza. Il parto, naturale, è avvenuto nel più stretto riserbo garantendo alla suora un posto letto lontano da occhi indiscreti, ma la notizia è comunque trapelata destando molto scalpore anche sui social network. Bocche cucite alla direzione sanitaria dell’ospedale di Rieti. «Non sapevo di essere incinta, avevo solo un forte mal di pancia». Avrebbe ai primi soccorritori la suora che, visto l’accaduto dovrà lasciare l’ordine religioso e prendersi cura del bambino da sola o presumibilmente, con l’aiuto del convento. Secondo quanto riferisce all’Ansa monsignor Gianfranco Girotti, per oltre dieci anni, fino al giugno 2012, reggente della Penitenzieria Apostolica, il primo Tribunale della Curia romana. «Verrà dimessa dall’istituto e dovrà farsi carico della prole che è nata. Il fatto della gravidanza e della nascita del bambino la impegna a un nuovo stato di vita. Qualunque superiore si comporterebbe così – spiega il vescovo. – Un’ipotesi da scartare – prosegue l’ex reggente della Penitenzieria – è che possa continuare a condurre la vita religiosa e che il bambino venga affidato a un’istituzione. Ma questa, ripeto, è un’ipotesi che non può essere tenuta in considerazione». L’aver violato il voto di castità, comunque, non fa sì che la religiosa incorra nella scomunica. «Non c’è nessuna scomunica – spiega ancora mons. Girotti -. La sanzione è già quella di essere dimessa dall’istituto religioso».
(Ansa)