Roma, 22 gennaio- Solo un’amasso di cenere accoglie i visitatori a Castel San Guido, alle porte della Capitale, è stato bruciato tutto, libri, fotografie e ricerche. Ieri notte, intorno alle quattro, il fuoco ha avvolto l’intera struttura dell’oasi della Lipu, dedicata all’osservazione e allo studio degli uccelli, è andata distrutta. Giunti sul posto i vigili del fuoco non hanno potuto fare niente per salvare l’enorme centro e dai primi rilievi è emersa subito l’origine dolosa del rogo. I gestori del centro Lipu hanno dichiarato che è stata sfiorata la tragedia, infatti la scorsa notte una scolaresca si era fermata a dormire nel centro e solo per un caso fortuito lo aveva lasciato nella notte di oggi. I collaboratori dell’Oasi di Castel San Guido hanno denunciato che probabilmente la loro opera ambientalista e a difesa delle creature viventi infastidiva molti della zona.«Sospettiamo che il lavoro educativo, e di vigilanza, dell’Oasi e della Lipu in genere possa aver scatenato la violenza e la ritorsione di chi merita di stare non tra la gente civile ma in galera, dove infatti gli auguriamo possa finire presto» ha denunciato Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu-BirdLife Italia, raccontando anche gli enormi danni subiti, che però non fermeranno il loro lavoro. «Nel giro di poco tempo, abbiamo perso tutto: documenti, lavori di ricerca, importante materiale fotografico e tantissime opere realizzate dai ragazzi delle numerose scuole che frequentano l’Oasi Lipu. Ricostruiremo il Centro visite, cureremo l’Oasi meglio che mai, rendendola ancora più bella e battendoci per la tutela concreta della natura e contro il bracconaggio».
di Elisa Bianchini