Roma, 19 gennaio- Nicole, 11 anni, affetta fin dalla nascita da paralisi celebrale infantile è una bambolina nelle braccia della sua mamma, mentre Vannoni la visita e le stimola gambe e braccia, le stesse che non riescono a sorreggerla. Dopo le denunce della madre di Nicole, il creatore di Stamina, ha caricato il video della piccola sul suo sito, per provare a tutti i risultati delle infiltrazioni di staminali. Ieri il garante della privacy ha tolto il filmato dal web, ma intanto il dolore della mamma è rimasto, fra la malattia di sua figlia, la cura che non ha dato esito e poi la pubblicazione nel web. «È come se mi avessero rubato mia figlia. Me l’hanno gettata in piazza, con tutta la sua sofferenza. È stato uno shock vedere quel video su Internet. Vannoni ha usato mia figlia senza scrupoli, ma io non ho certo paura di lui » queste sono state le parole di Grazia Neri, mamma di Nicole, appena visto il video della figlia. Sembra che l’inventore di Stamina abbia caricato il filmato per rispondere alle denunce della signora Neri, la quale aveva dichiarato di aver versato 40 mila euro alla fondazione per poi accorgersi che non c’era nessun effetto. Inoltre i carabinieri dei Nas l’avevano informata anche di un’altra tremenda realtà a cui Vannoni aveva sottoposto Nicole ed altri bambini. «Fin dal 2009, avevano infuso a mia figlia cellule di un’altra piccola paziente, perché quelle di Nicole non erano pronte. E la stessa cosa sarebbe successa ad altri tre bambini». I bambini sottoposti al metodo Stamina potrebbero essere stati esposti a rischi di infezioni e contagi. Ormai le indagini su Vannoni e sulla sua squadra, riguardo a sistemi fuori dalla medicina e tristemente vicini alla magia, sono quasi giunte al termine. Scomparirà una speranza per questi bambini e per le altre persone su cui gravano le sofferenze dovute a malattie simili. Dall’esempio di Vannoni e di Stamina però l’Italia dovrebbe sviluppare una seria e approfondita sperimentazione sulle staminali, il nuovo orizzonte nella cura delle malattie genetiche.
di Elisa Bianchini