Roma, 29 gennaio- Dopo una dura battaglia, il Tar ha dato ragione ai tassisti romani. Questi, al contrario degli altri liberi professionisti, non saranno obbligati a emettere la ricevuta. Mentre dal 1 marzo sarà obbligatorio per tutti il Pos, in base al regolamento capitolino, i taxi non dovranno dotarsi obbligatoriamente di un tassametro idoneo alla stampa su carta della ricevuta. Nella primavera del 2012 era stato l’allora sindaco Alemanno a permettere alle auto bianche di aumentare le tariffe, senza l’obbligo della ricevuta. Poi però la doccia fredda del dipartimento di mobilità e trasporti del Campidoglio, secondo cui invece la ricevuta era d’obbligo. Nelle stesse ricevute doveva essere contenuto il numero della licenza e il nome del tassista, l’importo richiesto, la data e l’ora, la durata in chilometri della corsa, i minuti e le tariffe applicate. Il Tar però, rispondendo alla richiesta avanzata dai sindacati, ha risposto che in proposito non ci sono norme regionali o statali che obblighino in tal senso i taxi. « Tale obbligo non trova alcun fondamento – si legge nella sentenza – alla luce del quadro normativo, sia statale che regionale, di riferimento. Non risulta inoltre coerente rispetto ai parametri di ragionevolezza e proporzionalità». Infine i giudici amministrativi hanno concluso che un eventuale ricevuta non comporterebbe una tutela in più nei confronti del consumatore. Conclusione controversa, che ha destato non poche domande, visto che ad oggi è impossibile certificare con certezza il reale guadagno dei conducenti dei taxi, con un possibile danno all’Erario.
di Elisa Bianchini