Roma, 14 febbraio- Siamo giunti alla crisi di governo, aspettata e attesa fin dalle primarie. Il premier, ormai per poco, Letta è stato ringraziato per il lavoro e l’impegno e messo alla porta ( con tutti gli onori certo ), dal suo stesso partito ( un atteggiamento ormai cronico del Pd, se ripensiamo alla decapitazione di Prodi). In mattinata si è svolto l’ultimo consiglio dei ministri, in cui Enrico Letta ha fatto il punto della situazione e ha ammesso il suo forte rammarico per come si sia svolta l’intera vicenda, nonostante il suo progetto “Impegno per l’Italia” per portare lo stivale fuori dalla crisi. Napolitano intanto, preoccupato per le sorti dello Stato, ha dichiarato l’urgenza di iniziare subito le consultazioni, in modo da non lasciare il Paese senza governo, così l’incontro fissato per le 16 è stato anticipato alle 13. Renzi, da Firenze, si è dichiarato pronto ad assumersi le sue responsabilità per l’Italia, così come gli hanno chiesto gli Italiani con il voto delle primarie. L’uomo che ha fretta ( così il Guradian ha battezzato Renzi) ha ammesso la propria immensa felicità, politica certo, non personale, che non provava più ormai da cinque anni. In queste ore è già alle prese con la squadra di governo, l’argomento più ostico da superare. Infatti la sfiducia di Letta è stata veloce e indolore e la nomina di Napolitano lo sarà altrettanto. Certo per tutti quegli italiani che si chiedono come mai il Paese venga controllato, comandato e governato ( solo in ultima analisi governato, badate bene ) da tre personaggi, Grillo, Renzi e Berlusconi, non eletti in Parlamento, non ci sarà mai risposta.