Roma, 5 febbraio – Ennesima contestazione in Parlamento. Dopo quella dei deputati del Movimento 5Stelle lo scorso 29 gennaio, questa mattina è stato il turno del leghista Gianluca Buonanno (Lega Nord). Durante l’esame sul decreto carceri che ieri ha incassato la fiducia, e per l’occasione proprio Buonanno aveva mostrato simbolicamente le manette, nel corso del suo intervento ha mostrato un cartello con la scritta “Pd complice dei mafiosi”, un’accusa ribadita anche verbalmente. I deputati del Pd hanno reagito duramente all’ennesima intemperanza di Buonanno, e hanno chiesto provvedimenti al vicepresidente dell’Assemblea il quale ha fatto intervenire i commessi per rimuovere il cartello. E l’ostruzionismo da parte dell’opposizione continua. lega Nord, Movimento 5Stelle, Sel, e Fratelli d’Italia hanno infatti presentato 120 ordini del giorno che la Camera sta esaminando. I Cinque Stelle dal canto loro criticano la gestione dell’iter parlamentare del provvedimento: «Durante l’esame del decreto, il dibattito parlamentare è stato decapitato ed è stato messo un bavaglio alle opposizioni denuncia il M5s, evidenziando anche “una gestione dittatoriale dei lavori in Commissione Giustizia da parte della presidente Donatella Ferranti (Pd)». Intanto il presidente della Repubblica, GiorgioNapolitano è intervenuto sul tema delle carceri nel corso di un incontro a Strasburgo ribadendo la necessita di adeguamento da parte dell’Italia alle norme europee sul processo di umanizzazione delle strutture carcerarie, pena il pagamento di centinaia di milioni di euro di sanzione.
Tra le principali norme previste dal decreto una delle novità principali sarà l’utilizzo dei braccialetti elettronici per tutti casi in cui i giudici lo riterranno necessario e con maggiori controlli e verrà ampliata l’applicazione dell’affidamento in prova. Il provvedimento prevede ulteriori sconti di pena, calcolati sul buon comportamento dei carcerati e che vedono comunque esclusi i condannati per mafia e altri delitti gravi. E ancora: nuove norme per il reato di piccolo spaccio che diventa reato autonomo, maggiore facilità per l’espulsione dei detenuti stranieri come alternativa alla carcerazione e l’istituzione del garante dei detenuti che dovrà vigilare sul rispetto dei diritti umani e dei Cie.