Roma, 25 febbraio – Chi pensava che a sinistra le alternative fossero sempre le solite, se non a ricredersi, è invitato a almeno a darsi un occhiata intorno. In un lasso di tempo assolutamente breve, infatti, sei intellettuali e un giovane politico greco hanno indirizzato le varie anime della sinistra italiana verso un percorso comune. Ciò che stupisce sono la portata e la rapidità con le quali questo processo è avvenuto.
È di poche settimane fa l’appello lanciato da Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Luciano Gallino, Marco Revelli, Barbara Spinelli e Guido Viale per la costituzione in Italia di una lista di cittadinanza europea a sostegno di Alexis Tsipras, eppure tanto è bastato per sconvolgere il palcoscenico delle elezioni di questa primavera.
L’entusiasmo cresciuto attorno al carismatico leader greco, testimoniato dal bagno di folla venuto ad ascoltarlo il 7 febbraio al Teatro Valle, ha infatti convinto i partiti a sinistra del Partito Democratico, da Sinistra Ecologia e Libertà a Rifondazione Comunista, del fatto che forse non fosse il caso di restare nell’ombra mentre accanto a loro cominciava a galoppare un progetto tanto ambizioso: in pochi giorni alle migliaia di adesioni raccolte nel frattempo dall’appello per una nuova Europa, si sono aggiunte, formalmente, anche le loro.
Fin qui magari niente di nuovo, anzi, cose già viste in passato. Invece no. Perché fra i punti fermi del progetto di Barbara Spinelli e Andrea Camilleri, al quale in occasione della sua venuta a Roma ha aderito lo stesso Tsipras divenendone quindi il settimo promotore, si legge che “non potranno essere candidati consiglieri regionali e parlamentari nazionali o europei dal 2004 ad oggi, chi ha avuto incarichi di governo nazionale e regionale. Non potranno venir ricandidati i candidati di spicco delle ultime elezioni e i politici di lungo corso passati da molteplici candidature e incarichi”.
Per i partitini italiani, anche in ragione dello sbarramento al quattro percento fissato dalla legge italiana, l’adesione a questo processo era senza dubbio una scelta obbligata, ma le condizioni poste da Tsipras e i promotori della lista di cittadinanza europea in suo sostegno non possono che risultare a dir poco onerose per coloro che da anni erano abituati a essere gli unici attori sul palcoscenico della sinistra. E significa inoltre attivare tutta la propria rete in sostegno di una lista all’interno della quale, probabilmente, non saranno presenti propri candidati di primo piano.
Chissà, vista la grande partecipazione alle assemblee di lancio dei comitati territoriali di Milano e Roma che si sono tenute la settimana scorsa, magari è proprio ciò di cui c’era bisogno.