Roma, 21 febbraio – L’ennesima vicenda che vede al centro il dramma dei figli, di genitori separati. E’ successo stavolta a un padre romano di 42 anni, che dal 2008 lotta per crescere suo figlio. L’uomo infatti aveva ottenuto, inizialmente una sentenza da parte del tribunale civile italiano che gli concedeva l’affidamento del bambino con “il diritto per la madre a vederlo tre volte a settimana.La donna a quel punto, forse sentendosi minacciata dal probabile esito negativo della sentenza, decise di rapire il figlio fuggendo in Slovacchia. Per questo padre iniziano, sette anni di agonia, quasi quarantamila euro spesi in avvocati e passati in aule di Tribunale cercando di dar voce al suo diritto di essere un papà come tutti gli altri. Una famiglia spezzata, da un calvario che oggi coinvolge sempre più famiglie e che per quest’uomo ha portato a ben tre sentenze a suo favore, l’ultima proprio nel 2012 che intimava il “Rimpatrio del minore”. Ma nessun azione concreta però per darne esecuzione.L’uomo assistito dall’avvocato Cristina di Loreto dichiara oggi di non riuscire neache a comunicare con il figlio al telefono, dato che il minore non parla italiano. Ma lo shock arriva oggi, con la sentenza del tribunale civile di Velletri, che in primo grado ha stabilito: “L’affidamento esclusivo alla madre in Slovacchia” giustificandolo rispetto al grado di integrazione raggiunto ormai dal bambino in terra cecena. Per l’uomo quindi, oltre al danno anche la beffa,la donna infatti era stata condannata anche,sul fronte penale, proprio per sottrazione di minore, al padre, di fatto all’epoca esercente la potestà genitoriale. Una sentenza ribaltone, che fa riflettere, e che è l’apice di un ennesima “fuga all’estero con bambino”, fenomeno purtroppo sempre più ricorrente.