Roma, 4 febbraio- José Alvarenga, un pescatore salvadoregno di 37 anni, è stato trovato in mare al largo delle isole Marshall, disidratato e in stato confusionale. Appena ricostruita la sua identità, gli investigatori hanno cercato di capire la sua storia e, poco alla volta Josè è riuscito a ricostruirla. In base al suo racconto sarebbe partito dalle coste messicane alla fine del 2012, insieme ad un amico, su una barca di sette metri. L’uomo ha raccontato che la barca è stata travolta da un nubifragio ed è andata alla deriva. L’amico sarebbe morto durante la lunga attesa di soccorsi. Il racconto ha molti tratti inverosimili, soprattutto la possibilità di sopravvivere quasi un anno, senza scorte di acqua nè cibo. Per tastare la veridicità della testimonianza è stato sentito un professore di medicina dell’università della Notrh Carolina. Il docente ha dichiarato che le probabilità di sopravvivere in questi casi dipendono dalle scorte di acqua e di cibo. Se è verosimile che l’uomo sia sopravvissuto pescando pesci e tartarughe e catturando piccoli uccelli, risulta comunque difficile che abbia trovato acqua sufficiente per un anno. Indubbiamente la pioggia può avergliene procurata un pò a così anche la carne dei pesci e delle tartarughe, che ne sono ricche. Però in buone condizioni un uomo può resistere senza acqua solo 100 ore. Le indagini degli inquirenti proseguono per provare se è possibile vivere da naufraghi per un anno o se l’uomo ha inventato tutto.
di Elisa Bianchini