Roma, 4 febbraio – «Guadagnavo molti soldi, anche 5-600 euro al giorno, non mi facevo mancare niente e spendevo i miei soldi in vestiti firmati e telefoni». A parlare è la più grande delle minorenni baby squillo dei Parioli. Comparsa in video conferenza davanti al gip Maddalena Cipriani per l’incidente probatorio e, con accanto un avvocato e uno psicologo, ha raccontato la sua verità. La ragazza ha smentito la presenza di altre ragazze minorenni a parte la sua amica, ha raccontato del giro di soldi e di clienti. Somme da capogiro in cambio di prestazioni sessuali. Solo una minima parte era destinata all‘affitto della stanza, il resto andava in vestiti griffati. «Credo che Mirko Ieni sapesse che ero minorenne – spiega – e si serviva di questo per aumentare il numero dei clienti potenzialmente interessati a fare sesso». Intanto lo scorso 28 ottobre sono state arrestate cinque persone, tra cui lo stesso Ieni e la madre della ragazza sentita oggi. Nella storia anche il caporalmaggiore dell’esercito, Nunzio Pizzacalla. A proposito di lui la ragazza dice: «So che lui è venuto due volte a Roma per incontrarmi ma mi sono rifiutata. Ieni, invece, sapeva tutto di me anche se alla fine mi ero creata un giro di clienti miei e a lui davo pochi soldi».
Questa mattina sono comparsi in aula i primi cinque clienti frequentatori abituali dell’appartamento ai Parioli. Uno di loro deve rispondere di tentata estorsione per aver girato un video all’insaputa di una delle ragazze per poi minacciarla di divulgare le immagini se non fosse stato pagato. Un altro per aver pagato le ragazze con della cocaina in cambio delle prestazioni sessuali. Vari i reati, varie le accuse. Resta l’amaro dell’accaduto e le indagini ancora in corso che, si spera, possano portare all’arresto di tutte le persone coinvolte.