Segreto bancario, addio. Abolito il segreto fiscale in 44 paesi per la lotta all’evasione fiscale. L’accordo permetterà la libera circolazione delle informazioni fiscali, con l’obiettivo di ridurre il numero dei “furbetti” a cui piace poco, o niente, pagare le tasse.
L’Italia, attraverso il suo ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha definito l’accordo una vera e propria pietra miliare di quella roccaforte che porterà nel tempo i cittadini a non eludere le normative fiscali vigenti nei paesi aderenti all’iniziativa.
“L’obiettivo è quello di togliere i sicuri rifugi”, intesi come stratagemmi utilizzati dalle persone per non pagare all’erario le somme dovute, afferma il titolare di viale XX settembre.
Non ci saranno più segreti, quindi, sia per quanto riguarda i conti bancari, sia per quanto riguarda i depositi. Ciò vuol dire che ciascun istituto bancario andrà ad implementare una banca dati unica con tutte le informazione rilevanti dei propri correntisti, a cui ogni altro istituto e gli organi preposti potranno accedere liberamente.
Il primo scambio tra intermediari e autorità fiscali avverrà nel 2017, ma la raccolta d’informazioni dovrà iniziare già nel 2015, così da delineare al meglio la rotta fissata.
Di seguito, l’elenco degli Stati che hanno accettato la sospensione del segreto bancario:
Argentina, Belgio, Bulgaria, Colombia, Croazia, Cipro, Repubblica ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, India, Irlanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Malta, Messico, Olanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Sud Africa, Spagna, Svezia, Regno Unito; le tre dipendenze della corona britannica: Isola di Man, Guernsey e Jersey; Anguilla, Bermuda, Isole Vergini britanniche, Cayman, Gibilterra, Montserrat, Turks e Caicos.
tra gli Stati non aderenti, manca però la Svizzera, che sappiamo essere molto restia a rilasciare informazione sui propri correntisti.
Roma, 21 Marzo