Lo sappiamo ma vogliamo volgere lo sguardo altrove. Roma è la capitale d’Italia e in quanto tale ha il primato sulla penisola per l’abusivismo dilagante. Questione di sommerso. Un giro di miliardi di non dichiarato, una evasione che non ha subito crisi. Scontrini che equivalgono e prezzi scritti su carta e che in ogni caso cambiano a seconda del cliente, venditori che si moltiplicano, fuorilegge. L’ Upvad ha coniato la derisoria etichetta di “abusopoli”. Ciò che è stato spesso scritto sui giornali e non solo su Il Messaggero. Ciò che è stato ripreso da più trasmissioni e non solo dalla Gabanelli. Confcommercio ci rende così di nuovo consapevoli di attività di cui più o meno vediamo gli esiti ma il cui giro non è monetizzabile in maniera semplice.
Una Capitale basata di certo su un commercio di false marche, di prezzi stracciati, degna copia di una certa parte del napoletano. Sui cosiddetti venditori abusivi, sembra essi siano arrivati a coprire un target di 15-18mila unità. Così rende noto la Confcommercio sulla concorrenza sleale che ha un guadagno di oltre un miliardo di euro. E così il Messaggero notifica che alla Fiera di Roma sarà presentato lo scontrino del danno emergente e soprattutto del lucro cessante di un tale giro: il dossier dal titolo “Abusivismo commerciale, realtà urbana apocalittica” è in corso di presentazione oggi alla Nuova Fiera di Roma. Tale dossier rileverebbe che, se gli abusivi pagassero regolarmente le imposte, Roma incasserebbe ogni anno tutti questo soldi: da 220 a 400 milioni di imposta sul reddito, da 120 a 180 milioni di imposta sul valore aggiunto, da 130 a 190 milioni di contribuzioni assicurative e previdenziali, da 40 a 70 milioni di tassazione del suolo pubblico e altrettanti per lo smaltimento rifiuti.
L’abusivismo lo conoscono tutti anche se c’è ignoranza e confusione su quanto sia già noto e quanto ancora no. Ambulanti irregolari, gestioni altrettanto irregolari. Un orrore estetico ancor prima che etico, un ciarpame di suppellettili dall’utilità spesso sconosciuta e in ogni caso di scarso tenore. Oltre agli oggetti, sembra che le merci più richieste siano frutta e pelletteria. Un rischio per chi acquista e un danno per chi vende legalmente. Una minaccia per la salute pubblica e di certo anche per la sicurezza.
Confcommercio e l’Upvad chiedono una seria “la volontà politica” di fronteggiare il commercio illegale. A favore di una città come Roma che sia quantomeno non vergognoso mostrare.
Roma, 23 marzo