Le intercettazioni che hanno buttato nel caos il comune di Catanzaro hanno svelato dei retroscena così inquietanti da rendere impossibile mantenere in piedi il consiglio comunale. A saperlo bene è Sergio Abramo, che entro venerdì dovrà mettere mano per fermare la nuova giunta.
Il famigerato allegato B del fascicolo relativo all’indagine partita sulle presunte firme false depositate per la presentazione alle amministrative del 2012 della lista “per Catanzaro” riporta tante intercettazioni, dalla pretesa di non multare parenti di assessori, alla richiesta di favori sessuali. Abramo, amareggiato, durante una trasmissione per una emittente locale prende le distanze “da tutte le persone che hanno sbagliato” e si dichiara determinato a continuare il suo piano politico “perché è sbagliato fare di tutta l’erba un fascio e perché la responsabilità del singolo non può ricadere su tutta l’amministrazione e su un sindaco che lavora dodici ore al giorno”.
Riguardo alle intercettazioni relative alle multe il sindaco del capoluogo calabrese ha chiesto Giuseppe Antonio Salerno, comandante del corpo di Polizia Municipale, di fare luce sull’accaduto. Per la nuova giunta comunale sono già stati dati, lo Scudo Crociato ha proposto Franco Longo, mentre per le proposte della forze politiche della coalizione (Catanzaro da vivere, Lista Scopelliti, Catanzaro con Abramo, Forza Italia e Udc) ci vorrà ancora qualche ora. E se Pino Galati di Forza Italia sostiene Abramo nella decisione di rivedere l’esecutivo e allargare all’Udc, l’opposizione chiede al ministro dell’Interno di inviare la commissione di accesso al Comune di Catanzaro e Ernesto Magorno, segretario regionale del Pd, ha convocato una riunione ad hoc ed ha sollecitato le dimissioni del sindaco Abramo “come segnale etico”.