5 Marzo, Roma – Con la consegna delle pergamene di ieri presso l’Aula Magna della Facoltà di Economia di Roma Tor Vergata, l’Ateneo romano ha ufficialmente concluso il percorso triennale del XXV ciclo di dottorato per quanto concerne le facoltà di Economia Lettere e Giurisprudenza.
A presiedere la seduta per la consegna delle pergamene, il Magnifico Rettore Giuseppe Novelli, il Prof. Andrea Graziosi e il Dott. Edoardo Albinati, introdotti dal coro d’Ateneo “Claudio Casini” attraverso le note di “O occhi manza mia” e “Georgia on my mind” all’apertura della cerimonia.
Alla presenza dei rappresentanti dell’ambasciata polacca, albanese, egiziana, tra l’altro e dell’assessore al lavoro Lucia Valente, nell’ambito della consegna dei titoli ai neodottorati, si è parlato soprattutto di ricerca, con interventi mirati a spiegare l’importanza del suo conseguimento, le possibilità lavorative ad esso associate e, non ultimo, quanta strada ci sia da fare per colmare il vuoto legislativo a tutela degli studenti che, dopo una laurea magistrale, vogliono intraprendere questo tipo di percorso. Partendo dal presupposto che il dottorato di ricerca, o “Phd”, è il massimo titolo conseguibile nella formazione post laurea. Una formazione post laurea che in media dura tre, o addirittura quattro anni in altri paesi.
“Per capire cos’è la ricerca, bisogna farla” ha esordito il Prof. Vittorio nel suo intervento, sottolineando come il periodo ad esso dedicato conseguita la laurea specialistica, renda a tutti gli effetti i dottori di ricerca pari dei professori, professionisti della materia che è oggetto del loro lungo progetto di studio. “In Italia abbiamo iniziato nel 1983”, ha proseguito il Prof. Vittorio, e questo nell’ottica di soddisfare in più di trent’anni il problema sull’occupazione circa l’alta formazione, una maggior trasparenza dei benefici conseguibili attraverso un dottorato di ricerca e di conseguenza le necessarie risorse che lo Stato dovrebbe fornire perché questo volano della formazione acquisisca sempre maggior importanza in un mondo in rapido cambiamento, bisognoso di discipline che sempre più parlino fra loro per una proficua circolazione delle informazioni.
Non per niente, in relazione a discipline che sempre più si trovano a dover scambiare dati e informazioni fra loro, lo stesso Prof. Novelli, Magnifico Rettore, ha annunciato quale fiore all’occhiello l’accordo con la prestigiosa università di Harvard, sponsorizzando una nuova definizione in sostituzione dell’obsoleta “fuga di cervelli” con la più moderna “scambio di cervelli”, e questo non solo per ciò che riguarda gli studenti in entrata e in uscita, ma anche per i professori. Il dottorato, insomma, non deve essere visto come il passaporto per una fuga all’estero, ma al contrario un vero e proprio scambio interculturale, in cui si mettono a disposizione le proprie competenze per crearne di nuove in sinergia. Stiamo parlando di un vero e proprio periodo di formazione, nello specifico, che va oltre il dottorato, dove gli stessi professori verranno messi nelle condizioni, come i ricercatori del resto, di far propri i punti di forza delle due università, quella di Tor Vergata, per l’appunto, e quella di Boston a partire da un periodo di tre mesi complessivi.
Dal Prof. Andrea Graziosi, invece, il monito, in quanto professore di Storia e componente dell’Anvur, affinché siano i dottori di ricerca a promuovere le loro idee, perché sono proprio le idee, soprattutto nelle scienze sociali, a far in modo che ne benefici la ricerca. L’innovazione, dunque, sta nelle idee e queste idee non si deve mai aver paura di proporle; non bisogna mai dimenticare l’entusiasmo, questo ha voluto precisare il prof Graziosi.
L’ultimo intervento è stato quello del Dott.Albinati, scrittore e docente di lettere presso la casa circondariale di Rebibbia, il quale ha invitato gli alunni, essenzialmente, a non pensare mai che il dottorato di ricerca sia una perdita di tempo e come, questa sì legge universale, mai si deve smettere di imparare nella vita tanto che, a più di cinquant’anni, lui stesso ha appena concluso un dottorato in linguistica quando alcuni anni fa non ci avrebbe mai pensato perché già dedito all’insegnamento.
A conclusione degli interventi e reso il rispettivo tributo a docenti e relativi neodottori intervenuti, dopo la consegna delle pergamene, in chiusura ancora due brani cantati dal coro d’Ateneo “Claudio Casini, il quale ha deliziato la platea con “So Ben Mi C’Ha Buon Tempo” e “I’m Gonna Sing”.
Vogliamo sottolineare la partecipazione del Magnifico Rettore Prof. Giorgio Novelli, che ha avuto una parola per tutti alla consegna delle pergamene e poi si è intrattenuto a lungo con i dottori di ricerca per le foto di rito, che fossero questi italiani oppure stranieri, a riprova che la cultura deve unire e mai, in ogni caso, separare. In tal senso, Il Magnifico Rettore ha voluto premiare e ringraziare la presenza di tutte le istituzioni intervenute con delle serigrafie di pregevole fattura, a ricordo di questa giornata in cui all’eccellenza è stata dedicata il giusto tributo.