Roma 17 marzo – Lo scenario è dei più prevedibili: Mowgli, un gatto bianco e nero, viene attirato dal pesce rosso che trova nell’acquario di casa e, da predatore si avvicina a lui uccidendolo. Ciò che risulta meno prevedibile è la reazione della proprietaria, una ragazza di 23 anni, che vedendo quanto successo decide di punire il gatto mettendolo nel forno a microonde. Accende l’elettrodomestico e solo un minuto dopo l’accensione si rende conto del gesto, prova a rianimare il micio, ma ormai l’esposizione alle onde ne hanno causato il decesso.
Il giudice John Foster ha chiesto l’incarcerazione della ragazza con misura deterrente, motivando la sua decisione con la seguente affermazione: “Questo è un atto di totale e orrenda crudeltà su un animale che si fida e dipende dal proprietario“. Oltre alla detenzione, alla ragazza è stato vietato di avere nuovamente animali domestici e le è stato imposto di non chiedere la revisione del divieto prima di cinque anni dalla sentenza.
Non è servito a nulla quindi il tentativo della difesa e della famiglia, che hanno spiegato che la ragazza da tempo soffre di depressione e di altri problemi psichiatrici; durante l’atto infatti, sembrerebbe che la donna “Non sapeva cosa stava succedendo, non era in sé. […] Questo è un fallimento dei servizi medici”.
Affermazioni vane data la fermezza del giudice Foster.