Roma, 13 marzo – Non gli bastava la canonica come occupazione, un prete si divertiva a collezionare oggetti tecnologici che poi rivendeva. Non sarebbe un dramma se il pezzo rivenduto non fosse merce rubata. Questa è la storia del vice rettore di Santa Maria sopra Minerva, accusato di ricettazione dai Carabinieri, che l’hanno preso con le mani sul fatto, quando aveva dato appuntamento ad una ragazza napoletana, che aveva smarrito il suo Ipad a Roma e in cambio aveva chiesto la somma di 150 euro. Andrea Perotti, il prete, le aveva dato appuntamento proprio nella piazza antistante la Basilica, dove lui amministra il culto.
Tutto è partito dalla denuncia di questa ragazza napoletana che, insieme ai militari, hanno creato l’imboscata per catturare il ricettatore. Una volta colto sul fatto, il prete si è difeso dicendo che l’aveva comprato presso un mercatino all’Ostiense. E proprio questo che ha fatto scattare gli estremi per la ricettazione ed estorsione, in quanto non si è trattato di una vera e proprio restituzione dell’oggetto. I carabinieri hanno chiesto poi all’interessato di poter ispezionare la sua abitazione.
Sorpresi gli inquirenti quando nell’abitazione del Perotti hanno trovato più di cento prodotti tecnologici tra cellulari e tablet e hanno indetto a mettere sotto sequestro la stanza del prelato. Non dello stesso avviso il suo avvocato che ha parlato di “grande equivoco“, definendo il suo assistito un “appassionato di prodotti tecnologici“, e sempre secondo le parole dell’avvocato, “in lui non c’è intenzione criminale, perché uno che chiama la persona e gli fornisce i suoi dati non può compiere reati simili”. Di differente avviso la procura che ha convalidato l’arresto e sarà giudicato per direttissima.
Colti da stupori i padri domenicani della Basilica e a farsi portavoce è stato padre Daniel Ols che ha dichiarato: “Siamo meravigliati e attendiamo accertamenti dalla magistratura”.